Persistono le preoccupazioni, ma le obbligazioni USA a più breve scadenza sono interessanti. Dunque con uno yield del 3,2% è più tranquillizzante essere rialzisti sui Treasury oggi rispetto a quando lo yield era inferiore all’1,5%. Per un’esposizione a 10 anni, un aumento dello yield al 4% rispetto ai livelli attuali risulterebbe ancora in un rendimento complessivo piuttosto negativo, di poco inferiore al 4%. Ma questo tenuto conto di una perdita del 4,4% (in caso di una variazione comparabile dello yield) di 6 mesi fa, e di oltre il 6% rispetto al livello minimo dello yield a luglio 2016. Ricordiamoci che la curva USA è molto piatta, c’è una differenza di soli 30 p.b. negli yield a 2 anni rispetto a quelli decennali. Quindi essere più rialzisti sul reddito fisso USA oggi si riflette probabilmente meglio nella curva al di sotto delle scadenze di 10 anni. Ma qualora i rendimenti raggiungessero il 4%, il segmento a più lungo termine sembrerebbe migliore. Non solo per via dello yield, ma anche per le sue implicazioni successive.
Gli spread sui credit default swap per i mercati emergenti, l’high yield Usa e il credito crossover in Europa sono saliti nelle ultime sessioni a indicare un ritorno dell’avversione al rischio. Ottobre è uno di quei mesi in cui accadono strane cose sui mercati. Anche se io non credo a questi “tormentoni”, c’è un numero sufficiente di investitori che invece ci crede per cui la volatilità potrebbe aumentare verso fine anno. Non è stata certo una buona annata per il reddito fisso, e sembra assai improbabile che investire ulteriormente in high yield o credito in questa fase possa fare una grande differenza in positivo. La situazione in Europa è certamente diversa rispetto agli Stati Uniti, ma le dinamiche potrebbero essere ancora le stesse in caso di un periodo di avversione al rischio. A parità di tutte le condizioni, il sell-off delle obbligazioni globali dalla metà di agosto, e il recente rialzo degli yield dei Treasury in particolare, dovrebbe spingere gli investitori ad avere un po’ più di obbligazioni sicure in portafoglio.
Chris Iggo, CIO Obbligazionario, AXA Investment Managers