Manovra, stasera vertice a Palazzo Chigi. Tria: ‘Se spread a 500 punti? Faremo come Draghi’

Nella foto da sinistra il ministro dell'Interno Matteo Salvini, il Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte ed il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio

Nella foto da sinistra il ministro dell’Interno Matteo Salvini, il Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte ed il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio

Nuovo vertice sulla manovra previsto oggi in serata a Palazzo Chigi. A quanto si apprende da fonti di governo, il premier Giuseppe Conte ha convocato per la serata una riunione per fare il punto sulla Nadef. Al vertice dovrebbero partecipare – anche se sui presenti al tavolo mancano ancora conferma ufficiali – i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro dell’Economia Giovanni Tria e il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Sia Conte che Di Maio e Salvini non torneranno Roma prima del pomeriggio di oggi dai rispettivi impegni previsti in agenda. A dieci anni dalla crisi, l’Italia è in una situazione di ritardo inaccettabile nella crescita di economia e occupazione. È quanto rileva il ministro dell’Economia Tria in un’audizione sul Def. Che punta alla crescita e al calo del debito, spiega Tria, che si dice d’accordo col presidente della Camera sulla necessità di abbassare i toni nel confronto con Bruxelles riguardo i conti. Parlando di una manovra ‘coraggiosa ma non impavida o irresponsabile’, il ministro precisa che le stime di crescita della nota al Def sono prudenziali ed ‘ampiamente oltrepassabili’. Poi annuncia che ci sono spazi per la riduzione defgli aumenti dell’Iva per 5,5 miliardi nel 2020 e per 4 miliardi nel 2021.

E’ stata un’audizione fiume quella del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, davanti alle Commissioni Bilancio della Camera sulla Nota di aggiornamento al Def. Iniziata alle 10 di questa mattina, l’audizione si è conclusa da pochi minuti, rubando spazio alle successive (a partire da quella della Banca d’Italia) per la lunga serie di domande a cui il ministro è stato sottoposto. I temi più caldi sono stati quelli delle previsioni di crescita, delle pensioni ma sopratutto dello spread e dell’eventuale crisi finanziaria a cui l’Italia rischierebbe di andare incontro con un’ulteriore aumento del differenziale. Nel caso lo spread arrivasse a 400 o a 500, ha affermato il ministro, “il governo farà quello che deve fare, come ha fatto Draghi”. Una risposta definita dalle opposizioni “apodittica”. “E’ una risposta apodittica – ha replicato Tria – perché è l’unica che si può dare”.

“Sarà cruciale nei prossimi giorni confrontarsi con le istituzioni Ue, i mercati e le agenzie di rating - ha detto Luigi Di Maio sul rischio spread -. E’ auspicabile che il ministro dell’Economia e il presidente del Consiglio incontrino sia i rappresentanti delle agenzie di rating ma soprattutto la Commissione Ue per chiarire tutte quelle che sono le nostre linee di intervento che consentiranno all’Italia di crescere”.

“A breve avremo tutti i dettagli sulla manovra e avremo una riunione di coordinamento sulla legge di bilancio”, ha spiegato Di Maio sottolineando che “quando si conosceranno tutti i dettagli delle misure adottate” si allenterà anche la tensione sullo spread”. “La nostra – ha aggiunto – non è una manovra contro l’Europa né contro gli altri governi, spiegheremo a tutte le cancellerie e soprattutto alla Commissione che le nostre misure non sono assistenziali ma volte allo sviluppo economico del Paese”.

“Rispetto all’Fmi la penso come il premier Conte e credo che il tasso di crescita dell’Italia sarà più alto delle stime” del Fondo Monetario. “Ai commissari dico – ha aggiunto Di Maio – non parliamoci a mezzo stampa ma riuniamoci intorno ad un tavolo” per discutere veramente della manovra che stiamo presentando.

“Anche oggi c’è stato un dialogo sicuramente molto proficuo - ha detto a Bruxelles il presidente della Camera Roberto Fico al termine dell’incontro con il presidente della Commissione Jean Claude Juncker -. Ho trovato una persona disponibile all’ascolto, senza dubbio disponibile come presidente della Commissione Europea ad analizzare la manovra italiana con un dialogo serrato e vero, anche rispetto alle stime. Ci sarà un percorso di dialogo tranquillo ma serrato su tutti i punti”.  ”Il concetto di sfida è sbagliato – ha detto ancora Fico -: nessuno sfida lo spread o i mercati. Lo Stato italiano ha il diritto di fare legittimamente una manovra senza sfidare nessuno, per parlare all’Europa senza sfidare ma per cambiare”.


“Preoccupati mai! Responsabili sì, ma indietro non si torna”. Così il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. ”Sulla riforma della Fornero niente e nessuno ci potrà fermare. Andiamo avanti tranquilli, l’economia crescerà anche grazie alla modifica della legge Fornero, un’opera di giustizia sociale che creerà tanti nuovi posti di lavoro”, ha detto ilministro Salvini.

Si riduce lo spread e Piazza Affari azzera le perdite. Con il differenziale tra btp e bund a 10 anni che lima a 307 punti base e quello a 5 anni che scende sotto 300 fino a 292 punti base, il Ftse Mib vira sulla parità e poi gira in rialzo (+0,30% a 19.917 punti) in una seduta ancora scandita dalle tensioni per i timori sulla tenuta dei conti pubblici in scia ai target economico-finanziari della futura manovra. A dare nuovo slancio al listino sono gli acquisti sull’energia con Eni (+2,3%), Saipem (+1,74%), Snam (+1,17%) e Tenaris (+1,57%). Acquisti poi su Pirelli (+1,95%) e Tim (+1%).

Lo spread tra Btp e Bund sulla scadenza a 10 anni rallenta, riportandosi sotto la soglia dei 310 punti base. Il differenziale si è ridotto a 307 punti base – sugli schermi Bloomberg – con il rendimento del decennale italiano al 3,6%.

Spread a cinque anni in netto calo sotto 300 - Giornata di scambi sull’ottovolante per i titoli di Stato italiani: Lo spread Btp-Bund a cinque anni (RPT cinque anni) scende sotto 300 fino a 292 punti base, dopo aver superato stamani quota 300. Il rendimento del titolo italiano è al 2,86%. Il Btp a dieci anni viaggia con un rendimento del 3,61% e uno spread a quota 307. Anche lo spread tra il Btp a 10 anni e l’equivalente Bonos iberico sfonda quota 200 e si attesta a 204 punti base, aggiornando i massimi. L’allargamento dello spread ha avuto una impennata dal 2 ottobre scorso quando era aveva toccato i 191 punti.

 

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