Borsa, spread, manovra, Def. Lega e M5S a Tria, difendi linea in Ue. Ma aprono a correzioni per tentare di ricucire lo strappo con l’Europa

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (S), con il ministro dell'Economia, Giovanni Tria

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (S), con il ministro dell’Economia, Giovanni Tria

Dopo l’approvazione della manovra con un deficit al 2,4% da parte del governo Lega-M5S, la reazione dei mercati e le polemiche tra la Commissione europea e il Governo italiano  nelle ultime ore il governo sembra disponibile ad introdurre alcune correzioni: resta il totem del 2,4% ma si fa avanti l’idea di una diminuzione del deficit dal 2020. Si lavora alla definizione delle cifre della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (deficit, debito e Pil) non sarebbe ancora definito il meccanismo per accelerare la riduzione del debito nel triennio. Lo spread tra BTP e Bund (che martedì scorso era arrivato a 302 punti rispetto al Bund ai massimi da giugno 2013) è diminuito e il rendimento del titolo di Stato decennale (il BTP) scende al 3,30%.
I due vice premier hanno messo pressione al ministro delle Finanze, Giovanni Tria perché difenda la linea del Governo con i partner europei. La difesa della linea si punta su due pilastri: deficit 2019 al 2,4% e avvio da subito di quota 100 e reddito di cittadinanza. Ma intanto aprono a correzioni. Per rispondere al rischio di bocciatura immediata della manovra in Ue, Lega e M5s danno al ministro un appiglio: si garantirà la discesa del debito, anche con la disponibilità ad abbassare il deficit per il 2020 e il 2021 sotto la previsione iniziale del 2,4%. Un appiglio che sembra aver aperto un primo serio dialogo con il ministro del tesoro. Dopo essere rimasti spiazzati dal rientro anticipato del ministro dal Lussemburgo, la preoccupazione politica è anzitutto ‘blindare’ la tenuta del ministro, che è anche tenuta del governo di fronte a partner e istituzioni europee. “La linea non cambia e abbiamo bisogno che tu faccia argine – è la richiesta a Tria – Noi ti faremo scudo”. L’unità del governo, spiegano più fonti, è una moneta da spendere anche sui mercati. E la disponibilità – al di là dei toni di battaglia – a dare garanzie sulla tenuta dei conti nel prossimo triennio, sembra dunque fare breccia, dopo giorni ad altissima tensione, nelle perplessità del ministro dell’Economia. Ma i numeri del Def restano fino all’ultimo un problema: la preoccupazione, in mattinata, è sopra il livello di guardia anche tra i parlamentari.

 

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