L’Istat rialza le stime del Pil nel 2017 (+1,6%), ma Fitch le riduce per quest’anno (+1,2%) e il 2019 (+1,2%). L’evasione dell’Iva ci costa 36 mld

Confindustria: operaia, miracolo Maserati stimolo per tuttiNel 2017 il Pil italiano è cresciuto dell’1,6%. Lo rende noto l’Istat rivedendo al rialzo di 0,1 punti percentuali la precedente stima di aprile di +1,5%. Il rapporto deficit-pil nel 2017 – rileva l’istituto -si è attestato al 2,4%, in lieve miglioramento rispetto al 2,5% del 2016. Rispetto alla stima di aprile, pari al 2,3%, l’Istat evidenzia oggi un leggero peggioramento. Nel 2017 – si rileva – il debito pubblico italiano, rispetto al Pil, è lievemente sceso al 131,2% contro il 131,4% del 2016. I calcoli precedenti indicavano un rapporto al 132,0% nel 2016 e al 131,8% nel 2017. Il dato del debito, spiegano i tecnici dell’Istituto, “è molto sensibile al denominatore” e risente quindi della revisione al rialzo del Pil 2017. Fitch taglia le stime di crescita per l’Italia, portandole all’1,2% per quest’anno (da 1,3% di giugno) e confermando +1,2% per il 2019 e +0,9% per il 2020. Lo si legge in un breve documento, un aggiornamento del Global Economic Outlook dell’agenzia di rating, dopo una crescita italiana che nel secondo trimestre è stata “la metà di quanto prevedevamo nel GEO di giugno”.
Anche nel 2016 l’Italia si conferma prima in Ue per la più grande evasione dell’Iva in valore nominale, con perdite per le casse dello stato di 35,9 miliardi, mentre è terza per il maggior divario tra gettito previsto e riscosso con il 25,9%, dietro solo a Romania (35,88%) e Grecia (29,2%). E’ quanto emerge dal rapporto sull’Iva della Commissione Ue. Rispetto al 2015 c’è stato un lieve miglioramento in termini, in quanto l’evasione si è ridotta dello 0,23% scendendo dal 26,13%, anche se in termini nominali (35,7 miliardi) c’è stato un piccolo aumento.

Nel complesso, dal 2012 al 2016 l’Italia è riuscita a ridurre l’evasione del 3%, con un divario calato dal 29% a poco meno del 26%. Nel suo insieme, l’Ue ha registrato perdite di introiti sull’Iva per 147,1 miliardi di euro, in calo di 10,5 miliardi rispetto all’anno precedente con una riduzione del gap dello 0,9%, scendendo al 12,3% dal 13,2%. I Paesi Ue in cui l’evasione dell’Iva è la più bassa sono Lussemburgo (0,85%), Svezia (1,08%) e Croazia (1,15%).

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