UBP. Emergenti, guardare oltre Turchia e Argentina

Il premier turco Receep Erdogan

Il premier turco Receep Erdogan

Le forze del contagio fra gli emergenti hanno spinto molti di questi mercati verso il basso, ma hanno contemporaneamente creato opportunità di investimento. I problemi economici di Turchia e Argentina e il calo dei prezzi degli asset sono stati la fonte del contagio, portando gli investitori a vendere asset anche da mercati con fondamentali positivi. L’Indonesia è uno di questi casi e il calo dei prezzi è incongruente con la sua rapida e sostenuta crescita del PIL (oltre il 5%) e la sua politica fiscale e monetaria conservativa. È importante sottolineare che il fabbisogno di finanziamento estero dell’Indonesia è contenuto, con un disavanzo delle partite correnti pari a -2% del PIL rispetto al -4% dell’Argentina e al -6% della Turchia.  Tra i principali mercati emergenti, gli investitori potrebbero guardare alla Thailandia (in particolare nell’universo azionario), dove le partite correnti registrano un forte surplus, il che implica rischi legati al finanziamento estero quasi nulli e dove la crescita del PIL è interessante, a più del 4%.

Se gli investitori sono disposti a guardare ai paesi meno convenzionali, suggeriamo i mercati dell’America centrale e dei Caraibi, nonché i paesi dell’Africa subsahariana meglio gestiti. Tra questi, si possono trovare asset con valutazioni convenienti e un mix economico ancora interessanti di crescita rapida, politica macroeconomica responsabile e, soprattutto, basso fabbisogno di finanziamenti esteri.

Il nostro team si concentra principalmente sulle obbligazioni e nel nostro spazio, i tre maggiori cali di prezzo si sono verificati in Turchia (-12% in media su tre mesi per le obbligazioni sovrane), Argentina (-16%) e Zambia (-17%).  Riteniamo che alcuni titoli provenienti dall’Argentina e in misura minore dallo Zambia, a questi livelli, siano interessanti.

L’Argentina ha recentemente annunciato un ulteriore taglio del suo deficit di bilancio per i prossimi tre anni, che probabilmente otterrà sia l’approvazione sia prestiti più consistenti da parte del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Questi potrebbero aiutare a risolvere il fabbisogno di finanziamento del paese e arrestare il drastico calo del peso. I livelli di rendimento delle obbligazioni dell’Eurozona in media sono tornati ai massimi del 2014, quando l’Argentina aveva fatto default, il che suggerisce che molte notizie negative sono state prezzate.

Lo Zambia è un paese più problematico, con un ampio disavanzo di bilancio e delle partite correnti, e nessun segno di misure politiche correttive. Tuttavia, i rendimenti sono interessanti anche in questo caso, il settore del rame sta andando bene e il governo potrebbe rivolgersi al FMI per ricevere assistenza se i suoi problemi di liquidità dovessero intensificarsi. Tra i tre paesi, siamo più cauti nei confronti della Turchia, dato il grande fabbisogno di finanziamenti esteri (179 miliardi di dollari di debito estero in scadenza entro 12 mesi) e la persistente incertezza tra gli investitori sulla capacità della banca centrale di ridurre l’altissimo tasso di inflazione.

Koon Chow EM macro and FX strategist di Union Bancaire Privée – UBP

 

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