Schroders. Aziende europee, ecco perché ci aspettiamo una ripresa degli investimenti

mercati-finanziari-2017La spesa in conto capitale (Capex) globale dovrebbe crescere dell’8,3% nel 2018, un significativo cambiamento rispetto all’aumento dello 0,1% nel 2017 e alla contrazione dell’8,9% nel 2016. Queste cifre si riferiscono ai Capex delle società quotate in borsa, quindi escludono le spese pianificate da società non quotate e dallo Stato. Tuttavia, combinate con la nostra analisi top-down dei driver di Capex, siamo fiduciosi che siano direzionalmente corrette. Cosa intendiamo per Capex? Il termine Capex si riferisce alla spesa per investimenti o nuovi progetti, come l’acquisizione o l’aggiornamento di attrezzature o immobili. L’obiettivo è aumentare la capacità produttiva di un’azienda. Pertanto, i Capex tendono a salire nei periodi in cui le aziende confidano in una crescente domanda per i loro prodotti, riflettendo la loro fiducia nella forza dell’economia. Perché i Capex sono stati deboli negli ultimi anni? I Capex hanno ristagnato sulla scia della crisi finanziaria globale, con le società che si sono mostrate riluttanti a investire in un momento di recessione delle economie mondiali. Più recentemente, la fine del boom delle materie prime è stato un altro fattore significativo che ha comportato una riduzione dei Capex, di cui le compagnie oil&gas rappresentano storicamente una quota significativa. L’Europa, in particolare, ha visto una lenta ripresa dalla crisi, con l’espansione economica che si è consolidata davvero soltanto negli ultimi 12 mesi.

Una delle ragioni principali per cui ci aspettiamo un aumento dei Capex è che molte industrie sono già vicine alla piena capacità. Il tasso di utilizzo della capacità in Europa è quasi al massimo storico. Le aziende dovranno quindi aumentare la capacità e/o l’efficienza se vogliono aumentare la produzione.

Ci sono anche altri fattori in gioco che potrebbero far aumentare i Capex nei prossimi anni:

  • Mercati del lavoro più rigidi: quando c’è molto spazio sui mercati del lavoro, le aziende possono assumere personale a basso costo per aumentare la produzione. Tuttavia, i tassi di disoccupazione sono in calo. Ciò dovrebbe incoraggiare più aziende a investire in attrezzature per migliorare la produttività, piuttosto che assumere semplicemente nuove persone.
  • Riportare la produzione onshore: l’ondata di offshoring degli anni 2000 ha visto uno spostamento significativo della capacità di produzione dai mercati sviluppati agli emergenti, ora in parziale inversione. Con i tempi di commercializzazione che rappresentano un tema chiave, molte aziende ora preferiscono localizzare le loro fabbriche più vicine ai loro mercati finali.
  • Aumento dell’automazione: i progressi della robotica rendono più economico gestire un impianto in Europa con elevati livelli di automazione. Il sottoinvestimento negli anni successivi alla crisi finanziaria globale significa anche che molti impianti o fabbriche hanno bisogno di un ammodernamento, fattore che ancora una volta punta in direzione di un aumento dei Capex.
  • Riforme fiscali statunitensi: si prevede che i tagli fiscali varati negli Stati Uniti stimoleranno maggiori investimenti. Anche alcune società europee con esposizione negli USA ne trarranno beneficio.

Un trend di lungo periodo

Quelli sopracitati sono in gran parte fattori che ci aspetteremmo di veder durare per diversi anni. La domanda, repressa da un decennio di sottoinvestimento, non può riprendersi in un istante. Non vi è alcun motivo per cui i Capex non possano crescere anche nel 2019 e nel 2020, se la crescita del PIL rimarrà solida. Consideriamo l’aumento dei Capex come la prossima tappa nella lenta risalita economica europea. Una maggiore spesa in conto capitale da parte delle imprese è un segnale di fiducia per una ripresa duratura.

Cosa significa questo per gli stockpicker?

Da gestori di fondi attivi, non possiamo limitarci a individuare le tendenze generali, ma dobbiamo tradurle nella selezione di titoli specifici. Cerchiamo settori in cui gli attuali livelli di investimento sembrano bassi rispetto ai “livelli normalizzati” o dove c’è una ragione strutturale per l’aumento dei Capex.

Le case automobilistiche sono un chiaro esempio di una necessità strutturale di investire nella crescita di auto elettriche e autonome. Il nostro modello indica una forte crescita anno su anno dei Capex nel settore automobilistico e dei ricambi per auto nel 2018.

Anche le utility sono sotto pressione per investire, in quanto la domanda di energia rimane elevata e le preoccupazioni ambientali rendono centrali l’energia eolica, solare e idroelettrica.

La tecnologia è chiaramente un settore a forte Capex, in rapida crescita. Alphabet, la società madre di Google, ha annunciato $7,3 miliardi di spese in conto capitale solo nel primo trimestre del 2018, rispetto ai $13,2 miliardi spesi della società in tutto il 2017. Gli investimenti in data center e network sono fondamentali affinché Google sia in grado di gestire un uso più intenso dei suoi servizi.

Discorso simile per le telecomunicazioni, settore importante data la necessità di investire in reti 5G e l’aumento del 9% previsto per il Capex 2018.

Petrolio & gas sono un’area interessante: da quando il prezzo del greggio è precipitato, il settore, dal rappresentare il 30% della spesa totale per Capex, si è ristretto ad appena il 20%. Non ci aspettiamo che i Capex tornino ai massimi, ma il nostro modello indica un aumento dell’8% per il 2018, poiché l’industria necessita di investimenti per crescere e la recente ripresa dei prezzi lo conferma.

Le società che aumentano i propri Capex potrebbero vedere i rendimenti degli azionisti calare o stabilizzarsi a breve termine, dato che il capitale investito ha la priorità sui dividendi. D’altra parte, le società che costruiscono nuovi impianti, rimodellano fabbriche e producono nuove attrezzature dovrebbero trarre beneficio nel breve periodo, man mano che la spesa aumenta. Il nostro compito è individuare interessanti opportunità legate a inefficienze di prezzo, al fine di offrire i migliori rendimenti possibili.

Martin Skanberg – Fund Manager European Equities, Schroders - e Stephen Shields – Research Analyst e Fund Manager European Equities, Schroders.

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