MainStreet. Nel primo trimestre i bond tematici fanno il pieno con sottoscrizioni per 36,8 miliardi di dollari (+14%). Buone performance delle obbligazioni green, social e sostenibili

PFC-Issues-400-Million-of-Green-Bonds-on-LSE’s-International-Securities-MarketLa crescente attenzione alla sostenibilità ha contribuito all’aumento degli strumenti d’investimento sostenibili disponibili sul mercato. In particolare, le obbligazioni green sono letteralmente esplose in termini dimensionali negli ultimi due anni, determinando il successo di tutta la categoria delle obbligazioni tematiche. Guardando oltre i green bond, infatti, le obbligazioni tematiche in generale permettono agli investitori di finanziare temi d’investimento altrettanto importanti da un punto di vista di sostenibilità tra cui l’alimentazione, l’istruzione, l’accesso al credito e l’edilizia sociale. L’utilizzo di uno strumento finanziario tradizionale molto diffuso come l’obbligazione, unito alla possibilità di raggiungere in modo tangibile e misurabile gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile si è dimostrata una combinazione vincente. Secondo Climate Bonds Initiative, nel 2017 si sono registrate emissioni di bond tematici per un totale di 700 miliardi di dollari ammontare destinato a crescere ulteriormente spinto dall’inarrestabile successo di questi strumenti. Ad oggi, oltre 400 emittenti hanno emesso obbligazioni tematiche in 30 valute e in 50 paesi a livello globale. I social bond sono le obbligazioni che finanziano progetti a impatto sociale positivo; le aree di intervento possono riguardare la realizzazione di infrastrutture di base, l’accesso ai servizi essenziali sanitari e abitativi, l’inclusione finanziaria, la sicurezza alimentare, l’occupazione, il progresso socio-economico (tra cui la riduzione della povertà, la riduzione della disuguaglianza, la parità di genere).

Il 2017 si può definire come l’anno di svolta per questo comparto: le emissioni sono triplicate raggiungendo 10,5 miliardi di dollari per un totale di 25 social bond, un dato incoraggiante se si pensa che a livello storico sono stati emessi 41 social bond conformi ai Social Bond Principles dell’International Capital Market Association (ICMA). Con emissioni per 2,3 miliardi di dollari già nel primo trimestre 2018 contro un miliardo nello stesso periodo del 2017, si può affermare che la crescita dei social bond sia ben avviata e proseguirà anche nel 2018.

Nel primo trimestre 2018 è stato emesso il primo social bond da parte di una multinazionale, Danone. Tradizionalmente appannaggio di istituzioni finanziarie e pubbliche, l’innovativo social bond di Danone è stato un successo, raccogliendo 300 milioni di euro, ma registrando ordini per oltre 700 milioni. Con scadenza a sette anni, cedola dell’1%, Il social bond della società finanzierà progetti a impatto sociale positivo, quali ad esempio il supporto agli agricoltori in aree rurali che non usano OGM, sostegno alle comunità che presentano problemi di nutrizione e finanziamenti a micro e piccole imprese che operano nel campo del cibo salutare.

È nel comparto dei green bond che si registra ancora oggi il maggior fermento. Nel 2017 il mercato dei green bond è cresciuto del 78% rispetto all’anno precedente, raggiungendo quota 156 miliardi di dollari e superando di gran lunga le aspettative di Climate Bond Initiative, che per il 2017 aveva stimato emissioni per 130 miliardi di dollari. Secondo Enviromental Finance, a livello regionale, le emissioni obbligazionarie green in Europa hanno raggiunto quota 61 miliardi di dollari, nel Nord America 56 miliardi di dollari, mentre in Asia sono ammontate a 25 miliardi di dollari. Le emissioni effettuate da istituzioni, autorità locali e aziende statunitensi, cinesi e francesi hanno rappresentato il 56% del totale delle emissioni green. Nel 2017 il 32% delle obbligazioni green sono state emesse da agenzie sovranazionali, il 30% da corporate, il 16% da istituzioni finanziarie, il 9% da autorità locali, il 7% da stati sovrani ed il 6% da enti di sviluppo internazionali. Guardando all’utilizzo dei capitali, il 25% delle obbligazioni green hanno finanziato progetti riguardanti le energie rinnovabili, il 21% l’efficientamento energetico, il 14% i trasporti sostenibili ed il 10% prevenzione e controllo dell’inquinamento.

Con 30 miliardi di dollari di emissioni solo nel primo trimestre 2018, anche per quest’anno la crescita ha segno positivo. Nei primi tre mesi del 2018 invece le principali obbligazioni green sono state emesse da Indonesia e Belgio. L’Indonesia ha emesso il primo sukuk green bond, un’emissione a cinque anni da 1,25 miliardi di dollari con rendimento al 3.75%, che ha raccolto una notevole domanda da parte degli investitori. A febbraio, è stato inoltre collocato sul mercato anche il green bond del Belgio – 4,5 miliardi di euro, scadenza 15 anni e cedola dell’1,25% – la terza emissione in ordine di tempo per l’Europa, dopo quelle di Polonia e Francia.

Sul fronte corporate bond, che conta per circa un terzo del mercato delle obbligazioni green, nel primo trimestre c’è stata una prevalenza di emissioni di società non finanziarie; tra le più rilevanti ricordiamo Engie, Envision Energy, Beijing Capital Group, Prologis e Tianjin Rail Transit Group. Nel comparto finanziario obbligazionario green troviamo due notizie rilevanti, ovvero l’emissione del green bond da parte di Mitsubishi UFJ Financial Group e l’annuncio del primo green bond di Credit Suisse.

Oltre alla crescita del mercato delle obbligazioni tematiche – spinta ancora nei prossimi mesi dal rafforzamento dei comparti di green e social bond – per quest’anno ci aspettiamo un ulteriore avanzamento negli standard internazionali e una crescente attenzione ai Social Development Goals nei framework di green e social bond.

Per quanto riguarda le emissioni verdi, alcune stime vedono una crescita del 30% del comparto che potrebbe raggiungere i 200 miliardi di dollari entro la fine dell’anno con una maggiore differenziazione tra gli emittenti. Per i social bond ci aspettiamo che l’aumento delle emissioni vada di pari passo con una maggiore differenziazione nella tipologia delle emittenti e un più frequente ricorso a questo strumento da parte di società private sulla scia del social bond apripista di Danone. Nel comparto social, molteplici organizzazioni internazionali e banche di sviluppo stanno valutando l’emissione di Social Bond, seguendo l’esempio di Cassa Depositi e Prestiti e del Council of Europe Development Bank.  Dal punto di vista dell’impatto sociale vi è una grande curiosità per il Water bond del Kenya: secondo le anticipazioni, si dovrebbe trattare di un’obbligazione a 15 anni da 20 milioni di dollari volta a finanziare la realizzazione di infrastrutture idriche nel Paese e garantire l’accesso all’acqua corrente alla metà della popolazione kenyota che oggi ne è priva.

Sul fronte dei green bond, vi è una grande attesa perché, guardando ad Oriente, nel 2018 o nei primi mesi del 2019 dovrebbe arrivare sul mercato anche l’emissione da 12,8 miliardi di dollari di Hong Kong, che se confermata sarebbe il più grande green bond sovrano mai emesso, superando il programma green della Francia, della Polonia, del Belgio e della Nigeria. Non mancano anticipazioni su possibili emissioni green corporate, in particolare da aziende operanti nei settori real estate, energia e infrastrutture sostenibili.

Enrico Lo Giudice, Research associate in MainStreet Partners

 

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