Comgest. Giappone, attenzione all’impatto dello yen nei prossimi dodici mesi

La Borsa di Tokyo

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Nell’ambito delle nostre visite alle principali società giapponesi, di recente abbiamo incontrato il CFO di Nidec che ha confermato lo slancio della società nella promozione del settore legato ad automotive e consumi elettronici. L’incontro ci ha permesso di confermare il forte posizionamento della società nei motori di trazione e l’obiettivo di aumentare esponenzialmente la capacità produttiva di ingranaggi di riduzione per robot. Abbiamo inoltre visitato Makita e siamo rimasti favorevolmente impressionati dal generale ottimismo del management societario, tradizionalmente dai toni più conservativi. La crescente diffusione delle batterie a ioni di litio e l’acquisizione di una quota di consumatori precedentemente clienti di Hitachi rappresentano due elementi specifici che abbiamo appreso e che sostengono il flusso di dati positivi che Makita sta mettendo a segno in tutte le aree geografiche.

Zenkoku Hosho, il principale garante ipotecario giapponese e beneficiario dell’outsourcing del rischio bancario, ha innalzato l’attuale previsione di utili negli ultimi 12 mesi da 28.8 a 30.8 JPY, rispecchiando ridotti requisiti di fornitura, come già accaduto tante volte, sulla scia della diminuzione del proprio coefficiente di default. Ciò porta ad una crescita degli utili del 10,2% per l’attuale trimestre, che potrebbe incrementare la fiducia del mercato in un tasso di crescita sostenibile di questa operazione.

Strike, piccolo competitor di Nihon M&A, ha rivisto al ribasso le proprie stime di vendita da 1,77 a 1,55 miliardi di JPY indicando come causa un rallentamento negli accordi e il tempo per assumere dei consulenti. Dal nostro punto di vista, però, non si tratta di un’indicazione di rallentamento nel mercato.

Komatsu, in un report degli analisti sul proprio business in Cina, ha evidenziato un possibile rimbalzo della domanda dopo il Capodanno cinese e la possibilità di conservare per tutto l’anno un tasso di crescita del 20%.

Continuiamo a prestare grande attenzione all’upside delle valutazioni in modo da adeguare a tali dati i nostri posizionamenti. Abbiamo ridotto o aumentato diverse posizioni in base a questa metodologia. In quanto stock picker con un approccio bottom up non valutiamo il portafoglio in base ai settori o ai trend, ma si nota un certo equilibrio tra titoli domestici relativamente immuni alla volatilità globale e società che generano buona parte degli utili al di fuori del Giappone.

Sarà importante capire come il management delle principali società in cui investiamo valuterà l’impatto della valuta nelle prospettive sui dodici mesi e quali sono quindi le premesse per la domanda globale. Allo stesso tempo, è necessaria molta esperienza per interpretare i segnali che provengono dal management, dato che le previsioni sono spesso sottodimensionate.

Gli utili societari in Giappone hanno superato quelli di altre aree in media negli ultimi sei mesi, un risultato dovuto a una somma di fattori tra cui la riduzione delle tasse e un focus sulle competenze principali.

Richard Kaye, Japan portfolio manager di Comgest

 

 

 

 

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