Aberdeen SI. Retroscena della guerra dei dazi: la Cina pressa la Corea del Nord per assumere un ruolo centrale in Asia

Il Presidente degli Stati Uniti, Doland Trump e il Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping

Il Presidente degli Stati Uniti, Doland Trump e il Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping

La Cina sembra aver silenziosamente chiuso i rubinetti che fluiscono verso la Corea del Nord? Se vogliamo credere ai fatti, sembra possibile. Dall’ultimo test nucleare del settembre 2017, si sono fatte molte speculazioni sul cambiamento di politica della Corea del Nord. Alcuni sostengono che tale cambiamento sia conseguente al raggiungimento degli obiettivi del suo programma legato a missili nucleari e balistici e che ora voglia un incontro con Trump per negoziare il proprio riconoscimento come potenza nucleare. Secondo la Casa Bianca, questo cambiamento di rotta dipende dalla pressione americana, mentre altri ritengono che la Corea del Nord punti alla distensione con quella del Sud per scalfire la sua alleanza con gli Stati Uniti. Tuttavia, se ci basiamo sui dati doganali cinesi, a portare a un cambiamento nella politica nordcoreana pare sia invece la “forte pressione” cinese. La Cina ha effettivamente chiuso i rubinetti del petrolio verso la Corea del Nord, in misura superiore rispetto a quanto richiesto dalle Nazioni Unite. Secondo i dati disponibili, che sono certamente scarsi, risulta infatti che l’economia nordcoreana è sottoposta a forti pressioni, il che ha indubbiamente contribuito al cambiamento di politica da parte della Corea del Nord. Negli ultimi cinque mesi, le esportazioni cinesi di petrolio raffinato sono crollate. Nello stesso periodo, la media di queste esportazioni su base annualizzata è stata pari al 3,7% dell’ammontare delle esportazioni dello scorso anno e il ritmo è in calo, il che lascia prevedere un ulteriore calo delle esportazioni totali. Sempre considerati gli ultimi cinque mesi, le esportazioni mensili di petrolio sono state in media di 282 tonnellate, pari circa a 3.393 tonnellate su base annua, ben lontane dalle 90.870 tonnellate di esportazioni dello scorso anno. Questa pressione può essere riscontrata anche su altre tipologie di prodotti.

Le importazioni di acciaio dalla Cina verso la Corea del Nord sono crollate nel 2018, lo stesso vale per le importazioni di automobili (vedere di seguito). Non è chiaro se la Cina stia bloccando tali esportazioni o se la Corea del Nord semplicemente non possa più permettersele, ma il segnale chiaro è che l’economia è molto stressata.

Sebbene il ruolo della Cina negli ultimi mesi sia stato spesso trascurato o poco compreso, sembra che stia emergendo una strategia: la Cina vuole svolgere un ruolo centrale nella “risoluzione” di questa crisi, ma vuole farlo a modo suo. La Cina sembra decisa a esercitare un’enorme pressione sul presidente Kim, superando il timore di instabilità e di un potenziale cambiamento di regime, per convincere la Corea del Nord della massiccia influenza economica cinese.

La strategia della Cina e i risultati auspicati non sono ancora chiari al momento, ma l’obiettivo è quello di svolgere un ruolo centrale in ogni futuro dialogo. Le conseguenze di ciò per gli Stati Uniti non sono chiare. Ma la situazione attuale – colloqui ad alto livello tra le due Coree, riavvicinamento tra Cina e Corea del Nord, normalizzazione delle relazioni tra Cina e Corea del Sud in seguito alla disputa della THAAD – presenta nuove sfide per gli Stati Uniti. La situazione diplomatica nell’Asia orientale è attualmente dinamica e permangono molti interrogativi.

Alex Wolf, Senior Emerging Marktes Economist di Aberdeen Standard Investments

 

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