Schroders. Mercati obbligazionari, istruzioni per l’uso. Il punto di vista di Philippe Lespinard e Patrick Vogel durante il Credit day di Milano

downloadL’economia globale sta crescendo in modo sincronizzato, l’inflazione ha ricominciato a salire, ma non troppo, mentre le Banche Centrali iniziano a ridurre gli stimoli, seppur in maniera prudente. Una combinazione ideale, ma non permanente, soggetta alle forze che già insistono sui mercati finanziari, come il ritorno della volatilità. In questo quadro certamente complesso, quali strategie adottare per affrontare i mercati obbligazionari? Philippe Lespinard, Co-Head Fixed Income e Patrick Vogel, Head of Credit Europe, hanno provato a rispondere a questa e ad altre domande durante il Credit Day di Schroders a Milano, l’evento di approfondimento dedicato agli investitori professionali e ai consulenti finanziari dalla società inglese, uno dei principali gruppi finanziari globali, parte dell’indice FTSE 100 e con più di 488 miliardi di euro di patrimonio. Durante l’evento, Lespinard ha sottolineato che “l’economia globale sta crescendo non solo al maggiore tasso degli ultimi anni, ma soprattutto al tasso maggiormente sincronizzato. La crescita economica attuale è letteralmente globale, i Paesi esclusi sono veramente pochi. Il settore industriale, il più ciclico, sta correndo quasi a piena capacità praticamente ovunque”. “Dopo circa un decennio di politiche monetarie straordinarie – ha proseguito Lespinard – si è concretizzato esattamente lo scenario che le principali Banche Centrali mondiali si erano prefigurate. I QE sono stati pensati per sostenere gli investimenti, con l’idea che questi ultimi a loro volta avrebbero ripristinato la fiducia sui mercati finanziari e di conseguenza avrebbero incentivato l’occupazione e così via. L’ultimo segnale è arrivato proprio allo scadere del mandato di Janet Yellen alla Presidenza della Fed, in quanto i dati sul mercato del lavoro statunitense hanno evidenziato come anche i salari abbiano infine risposto positivamente alle misure straordinarie”. Questo scenario non è privo di insidie per gli investitori che, anzi, dovranno monitorare prima di tutto l’andamento dell’inflazione e le exit strategy delle Banche Centrali ad esso legate. “Il trend di lungo termine dell’inflazione probabilmente proseguirà su una traiettoria inferiore rispetto al passato, ma pur sempre in accelerazione. È infatti probabile che le politiche fiscali diano una spinta ai prezzi al consumo. Attualmente i mercati scontano un tasso forward 5y/5y sulle aspettative sui tassi d’interesse al 2,75% negli Stati Uniti e all’1,75% in Europa: livelli molto vicini ai tassi di equilibrio”. Lespinard ha anche lanciato un avvertimento sulle Banche Centrali che “non interverranno più a tutti i costi in caso di turbolenze di mercato. La liquidità globale resterà costante, non diminuirà, anche se inizierà la riduzione degli stimoli. Una complicazione, su questo fronte, riguarda i prezzi energetici che assorbiranno gran parte della liquidità globale, sottraendola ad altri settori”. In conclusione, per il capo del reddito fisso di Schroders, “per gli investitori, tutto ciò significa che la costruzione del portafoglio deve essere difensiva”. A questo proposito, Vogel, gestore AAA Citywire e 5 Stelle Morningstar, ha sottolineato che la protezione del portafoglio contro l’aumento dell’inflazione passa anzitutto attraverso “l’acquisto di asset convenienti, tramite un approccio bottom up. Spessosiamo influenzati dagli slanci del momento. È molto più facile comprare asset costosi, ma seguendo il consenso e imbattendosi in asset class inflazionate, i ritorni spesso sono bassi”. L’obiettivo di Vogel è costruire un portafoglio “solo leggermente correlato e, allo stesso tempo, diversificato, vale a dire posizionato per trarre benefici da outcome differenti. Nel caso di un’accelerazione dell’inflazione, sarà la componente sul credito a trarre benefici, mentre in caso di un rallentamento, è la duration a offrire sostegno. Inoltre, non vanno trascurate in portafoglio le asset class che beneficeranno del rialzo dei tassi, come ad esempio le banche europee”.  Un altro elemento cruciale per Vogel nell’analisi del mercato del credito è rappresentato dai macro trend in atto: “E’ importante cercare di capire come stanno cambiando i comportamenti, le abitudini. Ad esempio, il filone degli investimenti sostenibili rappresenta a nostro avviso una sfida per i gestori, che devono individuare le società in grado di integrare i criteri ESG nei loro business e di generare quindi valore nel lungo termine per gli investitori”.

L’attività di ricerca è diventata ancora più cruciale, in quanto, ha spiegato Vogel, “nel corso degli ultimi anni il set di opportunità si è ridotto. Trovare nicchie di valore richiede una ricerca ancora più intensa e più dettagliata, bond dopo bond dopo bond. Il ritorno della volatilità sui mercati è positivo perché crea nuove opportunità. Di recente, ad esempio, troviamo valore nel mercato High Yield europeo, nonostante tutti i Paesi stiano facendo bene”. Anche i Mercati Emergenti quest’anno offriranno opportunità interessanti, in Brasile e Messico ad esempio, nonostante si tratti, ha sottolineato il gestore, di “una asset class molto volatile, dove bisogna essere molto attivi e selettivi. Sono molti i Paesi Emergenti che stanno vivendo una fase positiva di miglioramento dei fondamentali, anche grazie all’evoluzione del modello di business, passato da economie esportatrici di beni e di commodity a economie che puntano su una nuova middle class, più incline ai consumi e con un livello educativo più elevato”. Secondo Vogel, le indicazioni positive arrivano proprio dal comparto corporate dei Paesi Emergenti, divenuto oggi “molto più internazionale: le società emergenti contano su una base di fatturato molto più internazionale, motivo per cui il debito corporate denominato in dollari non rappresenta più una preoccupazione”. E la Cina? Per il gestore, “è forse il Paese con il più elevato potenziale di default, ma allo stesso tempo la maggior parte del debito è in capo alle società di proprietà del Governo ed è quindi gestibile. È un Paese a cui darei fiducia in questo momento”.

 

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