Questa sera la Federal Reserve – il principale motore dell’andamento dei prezzi di mercato nell’ultimo decennio, alzerà il tasso di interesse dall’1,25% all’1,5%.
Una decisione già prezzata dal mercato, consapevole che la manovra sarebbe arrivata in dicembre. Quello che interessa gli investitori è sapere di quanto aumenteranno i tassi in futuro.
Nel complesso, la Fed ha mantenuto un ritmo estremamente graduale nel incrementare i tassi, comportando conseguenze sulle principali valute. Il dollaro americano ad esempio ha mantenuto un valore abbastanza “cheap” dalla crisi finanziaria del 2008. Una politica che secondo molti starebbe causando alcune bolle nei mercati azionari e che in parte ha contribuito al boom attuale delle cripto-valute. Tutta questa disponibilità di denaro a buon mercato potrebbe essere pericolosa soprattutto in prossimità di eventi esterni significativi che potrebbero modificare improvvisamente la situazione.
Ad esempio, una crisi politica nello Zimbabwe o in Venezuela. Ma non solo. Ieri la Banca d’Inghilterra ha annunciato un report sull’inflazione in cui si evidenziava un aumento dei prezzi del 3,1% nell’ultimo anno. Particolare preoccupazione ha destato l’aumento dei prezzi dei beni di consumo come il pesce (+15%), l’olio d’oliva (+9,3%) e il burro (+23%).
Crescita che non è andata di pari passo con l’aumento degli stipendi. Oggi è il turno dell’Average Earnings Report che secondo le stime degli analisti dovrebbe aumentare del 2,5%. Sul fronte delle cripto-valute sarà importante capire cosa emergerà dall’incontro previsto per venerdì in Sud Korea che comporterà sicuramente dei movimenti sui mercati.
Mati Greenspan, senior analyst eToro