Amundi AM. Weekly market review

La Bce

La Bce

Giappone: da inizio anno ad adesso, gli acquisti consistenti di cosmetici e di prodotti di lusso da parte dei visitatori stranieri hanno compensato le vendite insoddisfacenti dei residenti. La ripresa sembra riflettere il vigoroso rally sui mercati azionari, avvenuto di recente, vista l’impennata delle vendite di orologi costosi, gioielli e dipinti. Per contro, le vendite al dettaglio di prodotti popolari sono rimaste anemiche, come dimostrano i fatturati dei supermercati. L’impercettibile aumento dei salari ha indotto i consumatori a essere selettivi e ha messo sotto pressione i prezzi dei negozi di alimentari. Pertanto l’IPC core sembra aver raggiunto il picco prima ancora di aver superato l’1%. La Bank of Japan prevede di raggiungere il suo obiettivo di inflazione al 2% nel 2019 e si aspetta una crescita dell’IPC core dell’1,1% nell’esercizio 2017. Tuttavia, visto lo sviluppo precario dei prezzi, la banca dovrà probabilmente rivedere al ribasso le sue previsioni sull’IPC.

L’indice di diffusione dell’Economic Watcher Survey, che interpella i lavoratori del settore terziario come gli autisti di taxi e il personale attivo nella ristorazione, ha superato a settembre la soglia fatidica di 50 per la prima volta in nove mesi. Nei due mesi precedenti, il sentiment nel settore dei servizi era peggiorato perché le piogge persistenti e gli uragani avevano tenuto in casa i consumatori. Ancora una volta, la zona Euro/la Bce sono indietro di quattro anni rispetto agli Stati Uniti/alla Fed.

La Bce ha annunciato che dimezzerà il ritmo degli acquisti del QE nel 2018; tale annuncio ricorda l’inizio del tapering del QE da parte della Fed nel dicembre 2013. Ancora una volta, la zona Euro/la Bce sono indietro di quattro anni. Sarà interessante ricordarsi questa tabella di marcia quando si osserverà l’evoluzione della politica della Bce.  Il mercato si attendeva una riduzione ancora maggiore degli acquisti di attività. Inoltre, il presidente della Bce, Mario Draghi ha indicato che il QE non si arresterà “all’improvviso” dopo questi nove mesi: di conseguenza, possiamo ipotizzare che l’Eurosistema farà acquisti nel 2018 per oltre 270 miliardi di euro (€ 30 miliardi per 9 mesi). Detto ciò, continuiamo ad essere convinti che l’anno prossimo i tassi tedeschi saliranno perché la Bundesbank continuerà ad acquistare titoli a breve termine e perché nei prossimi mesi si ricostituirà una certa differenza tra i rendimenti dei titoli obbligazionari a breve termine e quelli dei titoli a lungo termine. Questo annuncio è generalmente positivo per le obbligazioni dei Paesi periferici e delle obbligazioni societarie, perché gli acquisti netti continueranno a supportare queste attività per almeno un anno a ritmi ancora relativamente sostenuti. Manteniamo un’opinione positiva sulle obbligazioni societarie in euro. Nel mercato delle obbligazioni societarie, la Bce si trova di fronte a vincoli minori rispetto a quelli nel mercato dei titoli di Stato (non c’è un problema di scarsità). Prevediamo che la Bce ridurrà della metà gli acquisti di obbligazioni societarie, portandoli a 3,5 miliardi di euro al mese. Gli annunci hanno provocato una certa svalutazione dell’euro nei confronti del dollaro statunitense. A breve termine, ci sono motivi per credere che il biglietto verde potrebbe apprezzarsi sull’euro. Dalla fine di settembre, la parità euro/dollaro statunitense è rimasta stabile, con il differenziale dei tassi a dieci anni tra Stati Uniti e Germania che si è ristretto di 15 pb ed è sceso a 20 pb, creando un potenziale ribassista per l’euro. Per quanto riguarda il dollaro statunitense, prevediamo che la Fed alzerà a dicembre i tassi sui fed fund e rafforzerà l’idea di diversi rialzi nel 2018. Inoltre, con la riforma fiscale negli Stati Uniti, potrebbero esserci delle sorprese al rialzo per il biglietto verde. Nel complesso, siamo ancora convinti che l’euro si rafforzerà sul dollaro nei prossimi dodici mesi, ma questo processo potrebbe richiedere un po’ più di tempo del previsto. L’anno prossimo la politica monetaria continuerà a sostenere l’economia e, in misura ancora maggiore, i mercati finanziari.

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