Bce. Domani il D-Day del tapering. Secondo gli analisti gli acquisti di attività saranno ridotti a 30 miliardi al mese e prolungati per altri 9 mesi

Il Presidente della Bce, Mario Draghi

Il Presidente della Bce, Mario Draghi

Il grande giorno del tapering è ormai alle porte. Domani il consiglio direttivo della Bce annuncerà con ogni probabilità il suo piano di riduzione delle misure straordinarie di stimolo all’economia varate due anni fa per impedire una caduta in deflazione dell’economia europea. In concreto il consensus degli analisti prevede una riduzione del ritmo mensile di acquisti netti di bond dagli attuali 60 miliardi a 30 (o 25 secondo alcuni analisti). Inoltre, il programma dovrebbe essere esteso di 6 o 9 mesi (quest’ultima opzione è la più probabile) anche se il comunicato conterrà quasi certamente l’impegno della Bce a “incrementare il programma in termini di entità e/o durata” qualora le prospettive dovessero divenire meno favorevoli. Al di là dei numeri, il compito per la Bce non è facile: da una parte infatti l’economia è in fase di decisa accelerazione ed è proprio questa argomentazione a indurre i cosiddetti “falchi” a premere per una riduzione drastica del programma. Solo qualche giorno fa, il presidente della Bundesbank Jens Weidmann ha dichiarato di non “vedere il bisogno di continuare a spingere sull’acceleratore della politica monetarie ed è quello che stiamo facendo se continuiamo a fare acquisti di bond ogni mese”. Dall’altra parte invece, le “colombe” sottolineano come l’inflazione rimanga tenacemente lontana dall’obiettivo di lungo termine della Bce di prezzi vicini ma sotto il 2% e il timore è che senza il sostegno del Qe, il trend dell’inflazione possa ulteriormente indebolirsi. Ci sono inoltre limiti oggettivi a un prolungamento sine die degli acquisti. Secondo diverse stime, sul mercato vi sono solo ormai circa 250-300 miliardi di euro di bond acquistabili da parte della Bce, di cui solo 60 in Germania. Per questo una riduzione degli acquisti appare inevitabile a meno di sperare in un improvviso balzo delle nuove emissioni che tuttavia non appare nelle carte. Prendendo come buona la previsione del consensus, la Bce potrebbe dunque acquistare 270 miliardi di bond da gennaio a fine settembre, raschiando il fondo del barile. Quanto appare invece certo è che la Bce reitererà nuovamente il suo impegno a mantenere i tassi di interesse “su livelli pari a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività”. Il messaggio per i mercati dunque è che la Bce continuerà a fornire sostegno all’economia europea finché sarà necessario ma al tempo stesso il netto consolidamento della ripresa consente ormai una riduzione della medicina”.

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