UBP. Debito emergente, a pensar male si fa peccato…e in questo caso si sbaglia anche

Denis Girault (Head of Emerging Markets Fixed Income, Union Bancaire Privée – UBP)

Denis Girault (Head of Emerging Markets Fixed Income, Union Bancaire Privée – UBP)

Sebbene siano spesso considerati troppo rischiosi, i corporate bond dei mercati emergenti denominati in valuta forte hanno una loro attrattività, tra cui un profilo rischio-rendimento molto competitivo. Con i fondamentali economici che stanno migliorando, è probabile che i flussi di investimento in questa asset class continueranno a crescere. Negli ultimi mesi i mercati emergenti sono diventati più attraenti. Tuttavia, molti investitori continuano a considerare il debito emergente come un’asset class altamente rischiosa. Chiaramente, sembra non abbiano osservato i cambiamenti in atto nei Paesi emergenti: per esempio, non sembrano essere consapevoli del fatto che quasi il 65% del debito corporate emergente denominato in dollari (la valuta di riferimento in questo mercato) sia Investment Grade. Inoltre, i corporate bond Investment Grade emergenti in dollari mostrano una volatilità inferiore rispetto a obbligazioni dello stesso tipo sul mercato statunitense. Di conseguenza, gli sharp ratio – una misura dei ritorni aggiustati per il rischio – nel mercato obbligazionario corporate emergente Investment Grade sono superiori rispetto a quelli dei bond IG statunitensi. Gli investitori alla ricerca di investimenti obbligazionari corporate Investment Grade non dovrebbero quindi pensare in termini geografici, escludendo a priori i mercati emergenti, ma concentrarsi maggiormente sui rating degli emittenti. Una società emittente dei mercati emergenti con rating BBB non è più rischiosa di un’obbligazione BBB emessa negli Stati Uniti o in Europa se si considera il tasso di default. Le compagnie assicurative hanno già fatto alcuni progressi in questa direzione grazie al nuovo quadro normativo Solvency 2. Il regolatore non impone alcun vincolo agli investimenti sulla base dell’origine geografica della società emittente. Sia le obbligazioni con rating BBB tedesche sia quelle brasiliane con medesimo rating sono soggette alle stesse regole di calcolo prudenziale. Questo approccio ragionevole consente agli investitori di avere una visione olistica del rischio. La situazione economica nei mercati emergenti è notevolmente migliorata rispetto allo scorso anno. Nel 2014 e nel 2015, i fondamentali di questi mercati erano scarsi. Un rallentamento dell’economia, causato in parte da un calo dei prezzi delle materie prime, da un indebolimento delle valute rispetto al dollaro e da un aumento dei tassi d’interesse locali, ha fatto sì che i mercati emergenti non fossero particolarmente appealing per gli investitori. Dall’estate del 2016, tuttavia, si è verificata un’importante inversione di tendenza. La crescita sta nuovamente accelerando e il differenziale di crescita tra i mercati emergenti e quelli sviluppati si sta ampliando di nuovo a favore dei primi. Il rischio derivante dalla situazione incerta dell’economia cinese è notevolmente diminuito. Alcune valute emergenti hanno guadagnato contro il dollaro più debole, ma il fenomeno non è molto diffuso. L’euro forte ha spinto al rialzo le valute dei paesi emergenti dell’Europa centrale e orientale che tendono a seguirne l’andamento. Il peso messicano, che era crollato bruscamente dopo l’elezione di Donald Trump nel novembre 2016, sta gradualmente riacquistando forza. In conclusione, i fondamentali dei mercati emergenti potrebbero continuare a migliorare, attraendo nuovi capitali verso fondi specializzati in questi mercati. Il 2017 ha già portato a una significativa ripresa dei flussi di investimento. Tra le opportunità c’è il debito emergente denominato in dollari, che consente agli investitori di assumere posizioni sulla curva dei rendimenti degli Stati Uniti, ora che c’è maggiore visibilità sulla politica monetaria della Federal Reserve. Anche tenendo conto del costo della copertura valutaria, queste obbligazioni stanno offrendo un rendimento superiore a quello degli investimenti sulla curva dei rendimenti dell’area euro.

Denis Girault (Head of Emerging Markets Fixed Income, Union Bancaire Privée – UBP)

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