La Financière de l’Echiquier. Il punto della settimana sui mercati. Articolo di Marc Craquelin

La Borsa di Wall Street a New York

La Borsa di Wall Street a New York

I mercati azionari hanno chiuso la scorsa settimana in ordine sparso, con l’equity Europa al rialzo e quello americano all’equilibrio. L’attualità, ancora una volta, è stata scandita dalla politica monetaria. Al termine della riunione della Fed dei 19 e 20 settembre scorsi, la Banca centrale ha comunicato i dettagli del programma finalizzato alla riduzione della dimensione del suo bilancio. Ne rimaneva incerta la data di avvio, fissata poi a ottobre. La riduzione del bilancio della Fed sarà realizzata attraverso il non-reinvestimento, dagli importi crescenti trimestralmente, delle obbligazioni che arrivano a scadenza. Partendo da 10 miliardi di dollari mensili gli importi aumenteranno per raggiungere 50 miliardi al mese nell’ultimo trimestre del 2018. Il bilancio della Fed sarà allora ridotto di 450 miliardi circa e tornerà ad attestarsi sui livelli di fine 2013, in linea con le previsioni 2018 che andiamo ribadendo da più mesi ormai. L’obiettivo consiste in una riduzione di 1.000 miliardi di dollari entro la fine del 2019. La vera sorpresa, però, sono le anticipazioni relative a un rialzo dei tassi. Un’ampia maggioranza dei membri – 12 su 16 – del Federal Open Market Committee (FOMC) continua infatti a esprimersi a favore di almeno un altro aumento dei tassi nel 2017. A meno di cattive notizie sul fronte dell’inflazione, la probabilità di un annuncio di un incremento dei tassi nel corso della prossima riunione di dicembre è sempre più credibile, tanto più che l’opzione sembra ormai condivisa dal mercato. E’ giusto soffermarsi, sempre negli Stati Uniti, sulla pubblicazione degli indicatori preliminari PMI per il mese di settembre che rimangono invariati, mentre l’indice PMI dei servizi indietreggia più del previsto. Nell’Eurozona, invece, i dati sono tornati a essere particolarmente positivi con delle sorprese al rialzo su tutte le componenti. Da sottolineare, soprattutto, il PMI manifatturiero tedesco che supera quota 60 (60,6) e il PMI dei servizi francese che ha ampiamente battuto il consenso (57,1 vs 54,8 atteso). Del resto, sempre nell’Eurozona, la fiducia continua a segnare il bello. L’indice ZEW, che sta a indicare la fiducia degli investitori, è ai massimi dell’anno e l’indice di fiducia dei consumatori della Commissione Europea è cresciuto ancora, toccando un livello massimo dal mese di aprile 2001. I consumi delle famiglie dovrebbero procedere a ritmo sostenuto fino a fine anno, continuando quindi ad alimentare la ripresa in Europa.

Marc Craquelin, Direttore della Gestione di Financière de l’Echiquier

 

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