Schroders. Ecco perché una politica populista potrebbe essere un bene per i mercati. Articolo di Keith Wade

Keith Wade, capo economista di Schroders

Keith Wade, capo economista di Schroders

Dopo la serie di sorprese politiche dell’ultimo anno, l’attenzione si è spostata sulle elezioni presidenziali francesi. Si tratta di una questione di primaria importanza per i mercati e il populismo potrebbe rivelarsi effettivamente positivo per gli investitori. La politica è diventata un importante punto di attenzione per gli investitori nell’ultimo anno. I partiti tradizionalmente di maggioranza stanno perdendo consensi e i partiti populisti stanno guadagnando terreno. In seguito al voto sulla Brexit e all’elezione di Donald Trump, i mercati hanno dimostrato di essere abbastanza forti. Si potrebbe quindi affermare che il populismo è stato positivo per i mercati.

Non è solo la politica a guidare i mercati

Tuttavia ci sono altri fattori in gioco. Primo, nel frattempo abbiamo assistito a una ripresa globale, quindi è normale che ciò abbia aiutato i mercati.

Inoltre, il mercato britannico ha ovviamente beneficiato dal calo della sterlina e c’è stato un taglio dei tassi d’interesse. Quindi ciò che è seguito a Brexit è stato analogamente molto di supporto.

Si insinuano dubbi

Guardando avanti, il calo della sterlina sta innalzando l’inflazione nel Regno Unito e questo comincia a mettere pressione sui consumi e a rallentare l’economia. Quindi ci sono dubbi sui benefici del populismo sui mercati. Le negoziazioni sono iniziate con l’attivazione dell’articolo 50: questo sta generando notevole incertezza e pare stia avendo un effetto avverso sulle spese in conto capitale.

Gli Stati Uniti e il trade reflazionistico

Per gli USA la storia è diversa: i piani di Donald Trump pro-crescita hanno realmente aumentato la fiducia sui mercati e questo è stato uno dei fattori dietro la forte crescita e sovra-performance dell’azionario statunitense.

Tuttavia, persino nei mercati statunitensi ci sono diversi dubbi su quello che chiamiamo il trade reflazionistico. La politica fiscale, per esempio, potrebbe non essere così di supporto come gli investitori speravano. Donald Trump sta incontrando degli ostacoli nel far passare alcune delle sue decisioni in Congresso. Ciò potrebbe effettivamente rallentare il trade reflazionistico andando avanti.

Focus sulla Francia

Il vero punto di attenzione al momento è l’Europa. Per quanto riguarda le elezioni presidenziali francesi, non ci aspettiamo che Marine Le Pen vinca al secondo turno. Pensiamo ci sia una grande differenza tra le elezioni francesi e quello che è successo con la Brexit e con Donald Trump. Marine Le Pen è più una variabile quantitativa conosciuta, quindi abbiamo un’idea di quanto supporto può davvero ottenere, mentre Brexit e Trump erano complete incognite.

Marine Le Pen sta anche promettendo un referendum sull’appartenenza della Francia all’Unione Europea, in caso di vittoria, questo potrebbe avere conseguenze molto serie per i mercati, perchè la Francia potrebbe lasciare l’euro.

In ogni caso, non riteniamo che ciò sia probabile. In qualche modo la pressione che i partiti populisti stanno creando in Europa potrebbe essere abbastanza favorevole, in quanto sposterebbe l’UE verso politiche fiscali più orientate alla crescita.

 

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