State Street, l’impatto della regolamentazione sulla liquidità del mercato. Articolo di Riccardo Lamanna

Riccardo Lamanna.

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La nuova regolamentazione – che prevede, tra l’altro, requisiti di capitale più rigidi per alcuni intermediari – ha generato cambiamenti nella liquidità degli strumenti finanziari. Questi cambiamenti hanno un impatto sulle tradizionali relazioni tra buy-side e sell-side. Con bilanci più deboli e crescente pressione da parte degli azionisti per migliorare la redditività, le banche di investimento globali stanno cercando di razionalizzare i loro modelli di business, e molte potrebbero non essere più in grado di svolgere il loro tradizionale ruolo di liquidity provider. In particolare, le attività sotto pressione sono quelle legate alla negoziazione su fixed income, currency e commodity. Tutto ciò crea opportunità di ingresso sul mercato per nuovi liquidity provider, incluse le istituzioni finanziarie non bancarie, come gli hedge fund. Allo stesso tempo, le nuove tecnologie, come i network peer-to-peer e le piattaforme di negoziazione elettronica, avranno un ruolo importante nell’attuale contesto di mercato. In una recente indagine condotta da State Street su 300 tra fondi pensione, gestori ed hedge fund, il 49% degli intervistati si aspetta che il ruolo di liquidity provider svolto dalle istituzioni non bancarie sia destinato a crescere. Il 42% prevede che, in futuro, gli hedge fund assumeranno sempre di più il ruolo di fornitori di liquidità per il mercato. I nuovi fornitori di liquidità comprenderanno probabilmente coloro che operano con un minor costo del capitale. Mentre gli investitori cercano nuovi modi per generare rendimenti, alcuni potrebbero decidere che sia preferibile da un punto di vista economico passare dall’essere un consumatore all’essere un fornitore di liquidità. Gli investitori di lungo termine, come i fondi pensione, potrebbero esserne un ottimo esempio. In particolare assistiamo al passaggio da un mercato obbligazionario non regolamentato (OTC), dove i liquidity providers agiscono in conto proprio, ad un modello ibrido principal-agency, le cui caratteristiche potrebbero includere commissioni esplicite e tempi di negoziazione più lunghi. Inoltre, ci potrebbe essere una maggiore incertezza rispetto al prezzo di execution di alcuni titoli. Questo cambiamento genererà nuove opportunità.. Più della metà dei fondi pensione intervistati ritiene che la persistente volatilità dei mercati dimostrerà le capacità degli hedge fund di generare liquidità a prezzi coerenti. D’altro canto il 43% degli hedge fund dichiara che valuterebbe la possibilità di diventare market maker per alcuni titoli. Citadel Securities, la piattaforma elettronica di market-making dell’hedge fund Citadel, è diventato un partecipante attivo nei mercati interest-rate swap e cash treasuries. Società piccole ma con abbondante liquidità, come assicurazioni ed erogatori di mutui, stanno iniziando a offrire servizi di pronti contro termine. I nuovi soggetti hanno l’opportunità di rimodellare la liquidità del mercato, creando un ecosistema di mercato sano a beneficio di diversi operatori. Nel diventare price-maker, il buy-side dovrà necessariamente investire molto nelle proprie competenze di trading nel reddito fisso, in nuovo know-how e in strumenti di analisi avanzati. I potenziali market-maker hanno visto le loro capacità messe a dura prova anche dalla scarsità di accesso al credito. La capacità delle istituzioni non bancarie di replicare il tradizionale approccio broker-dealer potrebbe anche essere limitata dalle loro dimensioni di bilancio e dai costi regolamentari. Laddove ci sono limitazioni, invece, il ruolo sempre più rilevante delle piattaforme elettroniche può creare nuove fonti di liquidità. L’evoluzione tecnologica sta avendo un impatto considerevole nel settore, soprattutto per quanto riguarda l’elettronificazione del mercato non regolamentato (OTC). Quasi il 60% degli intervistati ritiene che l’elettronificazione del mercato OTC sia destinata a crescere e un numero analogo si aspetta che il trading elettronico contribuirà a mitigare i vincoli di liquidità nei mercati in condizioni di stress. Il 48% dei gestori intervistati ha dichiarato che la liquidità del mercato li ha spinti a prendere sempre più in considerazione le piattaforme elettroniche di trading. L’assenza di dati di pre-negoziazione provenienti da piattaforme di negoziazione elettronica ha tradizionalmente ostacolato il price-making da parte delle società buy-side, ma ciò sta gradualmente cambiando grazie ad alcune iniziative regolamentari. I fondi pensione sono obbligati a comunicare i dati relativi alle transazioni alla US Securities and Exchange Commission (SEC), nell’ambito del Trade Reporting and Compliance Engine (TRACE), mentre in Europa la seconda direttiva Markets in Financial Instruments (MiFID II) introduce obblighi più stringenti di trasparenza pre e post negoziazione per le istituzioni finanziarie. La maggiore trasparenza informativa contribuirà a migliorare la qualità del mercato sui titoli liquidi attraverso un aumento della concorrenza, un ampliamento dell’accesso al mercato e una riduzione della dipendenza dai market maker tradizionali. Tuttavia rimangono diverse domande aperte sul fatto che il trading elettronico possa rappresentare una soluzione per i titoli non liquidi, che potrebbero pagare un meccanismo di divulgazione di informazioni non efficiente. In questo ambito c’è ancora spazio per relazioni bilaterali dealer-cliente. Il nuovo contesto di liquidità rappresenta un importante fattore di cambiamento per tutto il settore. Si stanno creando nuove soluzioni per aiutare a fornire nuove fonti di liquidità e nuovi attori si stanno facendo avanti per svolgere il ruolo di market-maker. Gli asset owner e gli asset manager dovranno capire dove vogliono competere e quale ruolo vogliono svolgere in questo mercato in rapida evoluzione.

Riccardo Lamanna (Country Head Italy, State Street Global Services)

 

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