I mercati cambiano verso. Un robot ci dirà come investire in Borsa. Intervista con Melissa De Sanctis

Laureata in Economia delle banche, assicurazioni e intermediari finanziari all’Università Bicocca di Milano, Melissa De Sanctis è E&D Italy Marketing Manager di Borsa Italiana.

Laureata in Economia delle banche, assicurazioni e intermediari finanziari all’Università Bicocca di Milano, Melissa De Sanctis è E&D Italy Marketing Manager di Borsa Italiana.

La compravendita di strumenti finanziari tramite Internet è un fenomeno recente in Italia, ma si sta sviluppando rapidamente. Perché? “La digitalizzazione avvenuta negli ultimi anni in tutti gli aspetti della vita comune ha portato ad un cambio di approccio, da mono a multi canale, dall’utilizzo del solo personal computer ai vari smartphone, Ipad etc. Anche le piattaforme di trading si sono adattate a queste nuove esigenze, sviluppando prodotti e servizi nuovi che hanno avvicinato sempre più persone a questo mondo. Il trading è venuto incontro alle esigenze degli investitori, alle loro abitudini e stili di vita”.

Quali sono le principali evidenze del mercato?

“Tecnicamente come Borsa dalle piattaforme non è possibile distinguere un trade che proviene da un privato da un altro che è istituzionale. Quello che facciamo con ricerche interne e collaborazioni ma anche con i maggiori broker online è una stima e, su alcuni segmenti di mercato, come il trading after hours si tratta di percentuali comprese tra il 40 e il 50%. Sugli altri mercati il retail è molto presente. Su alcuni prodotti specifici come il Mini Fib, creato per venire incontro proprio alle esigenze degli investitori privati, la percentuale delle negoziazioni con l’online si aggira intorno al 15-20%. L’Italia è il Paese con più presenza di retail in Europa per cui anche per questo motivo la Borsa ha deciso di investire in questo settore facendo nuovi prodotti e realizzando eventi di approfondimento come, per l’appunto, il TOL Expo”.

Vantaggi innegabili (minori costi di commissione e informazioni mirate sugli strumenti finanziari) ma non sono eccessivi i rischi considerata la bassa alfabetizzazione finanziaria dei nostri risparmiatori?

“E’ proprio lì che interveniamo come istituzione promuovendo la formazione e la trasparenza. Anche i broker online investono su questo. Molti di loro, negli ultimi anni, hanno investito sulla formazione dei propri clienti offrendo loro corsi gratuiti di trading sui vari mercati. Fare trading in modo consapevole non è facile. A questo scopo è nato TOL Expo, che organizziamo da quattordici anni.  Lo facciamo anche attraverso iniziative del nostro sito Internet come, ad esempio, il Portafoglio Virtuale che è una simulazione del portafoglio di trading che permette di vedere come procedono gli scambi, i ricavi conseguiti, i costi del trading. Oppure l’Idem option tool che, invece, è un simulatore più complicato per prodotti finanziari come le opzioni. In definitiva, se per fare il medico occorre laurearsi, per fare trading non serve la laurea, ma bisogna sicuramente conoscere nel dettaglio i prodotti che si utilizzano”.

Non esistendo limiti alle operazioni giornaliere, c’è anche il rischio della dipendenza patologica da trading?

“Non escludo che possa essere possibile, ma per molti privati il trading è un lavoro, non un gioco o un passatempo proprio perché la passione verso i mercati ed anche una buona riuscita nei primi anni di attività li porta ovviamente a farne una scelta di vita. Quindi non parlerei in questo caso di dipendenza. La dipendenza dal gioco è un’altra cosa. Il trading, come dicevo, si fa consapevolmente con conoscenze di base, ma anche con statistiche, analisi tecniche, report sui mercati e gli strumenti finanziari negoziati”.

Ma nel trading non c’è forse una maggiore esposizione all’alea rispetto a chi investe mediante la consulenza professionale?

“Di certo impatta la propria propensione al rischio. E’ il trader che decide quanto investire, dove e come. Con un consulente c’è qualcuno che in teoria è più ferrato sui mercati e, quindi, può dare determinati consigli. Se un investitore è avverso al rischio è avverso, se ha un profilo di rischio elevato, non cambia molto se investe direttamente mediante la propria piattaforma o lo fa in seguito ai consigli di un consulente”.

Con il Roboadvisory il trading farà un balzo nel futuro. Come cambierà l’approccio dell’investitore verso i mercati?

“Il Roboadvisory è una tematica del futuro. Borsa Italiana è impegnata a spiegarne le caratteristiche cercando di dare più strumenti possibili agli investitori che potranno utilizzarla come sistema integrativo o alternativo al trading indipendente. Sostanzialmente il Roboadvisory è una piattaforma di calcolo in grado di definire un portafoglio e dare consigli di investimento tramite algoritmi che tengono conto del profilo di rischio dell’investitore. Ne parleremo accuratamente all’interno del convegno”.

Entriamo nel campo dell’intelligenza artificiale e della robotica. Quindi si apre una nuova era per la Borsa: la consulenza non è più fatta dagli uomini che sono soggetti ad emozioni, sentimenti e condizionamenti, ma da macchine che sono per così dire neutrali”.

“E’ così”.

Visti i cambiamenti in essere e quelli prospettati come potrà evolvere il mercato del trading online?

“E’ difficile fare una previsione. Sicuramente il mercato è cambiato molto negli ultimi anni e cambierà ancora. Certo bisogna considerare le variabili macroeconomiche che impattano sui mercati. Sicuramente a livello di alfabetizzazione della popolazione italiana ci saranno passi avanti nell’approccio ai mercati. Si svilupperà il mercato ma crescerà anche la cultura finanziaria e la consapevolezza degli investitori”.

 

 

 

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