Oro, l’effetto – Brexit secondo gli analisti potrebbe spingere il metallo giallo a 1.500 dollari l’oncia

LINGOTTI DI OROL’incertezza generata dal risultato del referendum nel Regno Unito, che uscirà dall’Unione europea, ha spinto gli investitori verso asset considerati più sicuri e convinto gli analisti a rivedere al rialzo le previsioni su questi ultimi, a partire dall’oro, il bene rifugio per eccellenza. Secondo Bank of America Merrill Lynch, l’oncia salirà del 10% da qui al prossimo anno, arrivando a circa 1.500 dollari, contro gli attuali 1.358 dollari. “Il mondo passa da una crisi all’altra e c’è il rischio che questo non cambi” ha detto Michael Widmer, numero uno della squadra di analisti che ha curato il rapporto pubblicato dalla banca. “A febbraio avevamo detto che l’oro aveva toccato il fondo e sarebbe risalito e la Brexit rafforza le nostre previsioni, al punto che abbiamo rivisto al rialzo le stime da 1.325 a 1.475 dollari l’oncia” ha detto. Per quanto riguarda invece la traiettoria della politica monetaria globale sulla scia del referendum, il rapporto sottolinea che “l’incertezza attuale suggerisce che un’accelerata dei rialzi del costo del denaro sarà improbabile, quindi i tassi di interesse resteranno bassi a livello globale, cosa che riduce il costo opportunità di detenere asset a basso rendimento come l’oro”. Anche altri analisti sono sulla stessa linea di quelli di Bank of America Merrill Lynch: Barry Dawes di Paradigm Securities prevede che l’oncia toccherà i 1.500 dollari entro quest’anno e potrebbe arrivare al record di 1.900 dollari visto nel 2011, mentre Ubs attende un prezzo medio di 1.400 dollari nel 2017.

 

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