Banche, Padoan e Visco non escludono un intervento pubblico

Pier Carlo Padoan (s), Antonio Patuelli e Ignazio Visco durante la durante la 56°Assemblea ABI, Roma, 8 Luglio 2016. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Pier Carlo Padoan (s), Antonio Patuelli e Ignazio Visco durante la durante la 56°Assemblea ABI, Roma, 8 Luglio 2016. ANSA/GIUSEPPE LAMI

“Non è corretto parlare del problema dei crediti deteriorati come di un’emergenza per l’intero sistema bancario italiano”. Lo afferma il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco all’assemblea dell’Abi secondo cui “il problema è serio ma può essere gestito”. Il governatore rileva come per incagli e sofferenze non sia corretto un valore “sull’ipotesi che esse vengano cedute immediatamente” e quindi le stime sulle necessità di capitale circolate (30-40 mld) “si basano sul presupposto” che i crediti vengano “ceduti immediatamente a metà del valore”.
Le “banche “significative” con livelli di crediti deteriorati particolarmente elevati e, tra gli altri intermediati, quelli con coefficienti patrimoniali inferiori al 10% detenevano nel complesso alla fine dello scorso anno 15 miliardi di sofferenze (sul totale degli 80 del sistema ndr) al netto delle svalutazioni già conteggiate in bilancio, anch’esse coperte da garanzie reali e personali”. Pur non nominati da Visco il riferimento è agli istituti di credito Mps, Carige e le banche venete.
“Le recenti tensioni, che si sono pesantemente riflesse sui corsi azionari, richiedono interventi decisi, che diano in tempi brevi un segnale di inversione di tendenza, e possibili misure di sostegno”. E’ quanto dichiara il governatore della Banca d’Italia facendo riferimento in particolare a Monte dei Paschi di Siena.
“A fronte del rischio che, in un contesto di elevata incertezza, problemi circoscritti intacchino la fiducia nei confronti del sistema bancario, un intervento pubblico non può essere escluso”. “Non sottovalutiamo – ha detto Visco – i segnali di preoccupazione, il nervosismo che provengono dalla situazione dei mercati finanziari e interessano le banche italiane”. “Confidiamo nella capacità di successo di un impegno comune volto a superare le attuali difficoltà”.
“Oggi, per contenere rischi di portata generale, possono essere necessarie risposte” che tengano conto dei problemi specifici delle banche italiane, gli Npl frutto della “debolezza dell’economia reale”. Risposte che “utilizzino i margini di manovra insiti nelle regole” Ue. “Eventuali misure varate a protezione della stabilità sistemica – aggiunge Visco – non devono essere un pretesto per ritardare importanti azioni correttive” che gli istituti “devono al più presto intraprendere”.
Il rinnovo del vertice di Unicredit, secondo il governatore della Banca d’Italia “pone le premesse per migliorarne la posizione patrimoniale e innalzarne i livelli di redditività, in linea con i requisiti che la vigilanza e il mercato richiedono per i gruppi di rilievo sistemico a livello internazionale”.
Poi Visco è intervenuto sulla Brexit. Una riduzione delle importazioni del Regno Unito del 10%, “attorno al limite superiore delle valutazioni dei principali analisti, avrebbe un effetto complessivo sul livello del prodotto italiano dell’ordine di un quarto di punto percentuale nel triennio 2016-2018”.
“Il dialogo con le istituzioni europee è “continuo e ha lo scopo di esplorare tutte le modalità di intervento pubblico ammesse dalla regole sugli aiuti di Stato” sulle banche. Così il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan all’Abi, sottolineando che l’intento del governo è quello di “tutelare il risparmio, secondo il mandato costituzionale”.
“La nuova normativa” europea sulle banche “è molto esigente, la sua attuazione ha elementi di flessibilità che vanno sfruttati in pieno soprattutto in caso di rischio sistemico”.
Il sistema italiano è “solido soprattutto se confrontati con quelli degli altri Paesi” ma ha “elementi di criticità” che vanno risolte “con soluzioni di mercato, complesse ma possibili ed efficaci se guidate da atteggiamento di cooperazione”. Padoan ha spiegato che “la mano pubblica” avrebbe “natura precauzionale. Il governo – ha concluso – si sta adoperando” per mettere a disposizione “strumenti adeguati qualora dovessero necessari”.
“Innovative iniziative private” come Atlante e il Fondo volontario interbancario oggi “prevengono i rischi di altre eventuali (e più costose per tutti) risoluzioni e respingono ogni ipotesi di bail in”. Così il presidente dell’Abi Antonio Patuelli all’assemblea annuale, ricordando che le banche italiane “non hanno avuto negli scorsi anni cospicui aiuti di Stato”. La nuova normativa sulle risoluzioni bancarie e il bail in “contrasta con la Costituzione italiana” che tutela il risparmio e “occorre che venga rivista al più presto”.
“Dopo l’entrata in vigore della Vigilanza unica e del meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie è inammissibile che qualcuno metta il veto sulla realizzazione del ‘terzo pilastro’ dell’Unione bancaria, l’assicurazione europea dei depositi”. Patuelli ha sottolineato che “altrimenti debbono essere ridiscusse tutte le altre basi su cui poggia l’Unione bancaria, come quelle che hanno creato problemi all’Italia”.

 

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