Per le Banche centrali è l’ora della verità. Articolo di Brian Smith

La Federal Reserve.

La Federal Reserve.

Sembra che le Banche centrali globali si stiano avvicinando sempre più al punto in cui non riusciranno più a influenzare i mercati. Esse sono certamente tese a raggiungere i loro obiettivi di crescita economica e stabilità dei prezzi. Tuttavia, la crescente critica pubblico e il rifiuto del mercato delle loro mosse potrebbero far sì  andando avanti, che le loro misure diventino ‘mezze misure’, meno efficaci. Forse il gioco della rete di sicurezza della politica monetaria è finito.

Siamo arrivati al punto in cui le Banche centrali non solo non devono deludere le aspettative, ma devono anche promettere la luna. Non farlo significa ottenere una risposta negativa dai mercati finanziari, come dimostrato dalle recenti reazioni di mercato in Europa e Giappone, dove le iniziative delle Banche centrali hanno avuto l’effetto contrario rispetto a quello sperato. Una delle spiegazioni potrebbe essere nella cattiva comunicazione. Altrimenti significa che gli stimoli delle Banche centrali stanno raggiungendo i limiti. La verità sta nel mezzo. Il 10 marzo Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa, ha affermato ‘di non prevedere altri tagli dei tassi in base alla visione attuale’. Nel linguaggio delle Banche Centrali, è stato come dare alla propria metà per San Valentino una collana più preziosa di quanto si aspettasse, salvo poi dire che andando avanti non ci sarebbero stati mai più altri regali; il collier e’ un costo irrecuperabile, che però crea più delusione di prima! La reazione del mercato intra-day è stata allo stesso modo negativa. I mercati non stanno più reagendo con calma alle medicine somministrate loro dalle Banche centrali.

Verso fine gennaio, in Giappone si è vista una reazione quasi identica quando, con una mossa a sorpresa, la Bank of Japan (BOJ) ha portato in negativo i tassi sui depositi. Dato quanto sono messe in discussione a livello globale le politiche di tassi negativi e di espansione dei bilanci, è sempre più improbabile che la Federal Reserve vi fara’ ricorso in caso di una futura recessione economica. La Fed sicuramente si vanterà di avere munizioni illimitate per combattere qualsiasi recessione futura, ma in realtà la sua capacità e volontà di farlo potrebbero essere notevolmente ridotte. Gli effetti per gli investimenti di un passo indietro delle Banche Centrali Se però le Banche Centrali dovessero fare dei passi indietro sulle politiche monetarie straordinarie, allora i mercati finanziari globali dovrebbero essere osservati da una prospettiva completamente differente. Nello specifico, gli investitori dovrebbero attendersi una maggiore volatilità e rimanere vigili nei confronti dei maggiori rischi deflazionistici. Anche i fondamentali acquisirebbero un’importanza crescente. In ogni caso, c’e’ ancora posto per i fondi obbligazionari gestiti attivamente nel portafoglio di qualsiasi investitore, nonostante i bassi rendimenti. I rendimenti possono anche sembrare insignificanti rispetto ai livelli pre-2008, ma ciò non significa che non possano scendere ancora sostanzialmente in caso di un indebolimento dei fondamentali economici e in uno scenario di ridotta capacità di supporto da parte delle Banche Centrali, come sperimentato in Europa e Giappone.

Brian Smith (Senior Vice President, U.S. Fixed Income, TCW)

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