Abi: i prestiti all’economia aumentano del 4% nel trimestre novembre 2014 – gennaio 2015

Su base annua l'erogazione di mutui immobiliari è aumentata del 35% e dell'8,1% il credito al consumo. Nella foto Antonio Patuelli, Presidente dell'Abi. Antonio Patuelli, Presidente dell'Associazione bancaria italiana. Fonte: Ansa - Di Meo.

Su base annua l’erogazione di mutui immobiliari è aumentata del 35% e dell’8,1% il credito al consumo. Nella foto Antonio Patuelli, Presidente dell’Abi. Antonio Patuelli, Presidente dell’Associazione bancaria italiana. Fonte: Ansa – Di Meo.

Il credito all’economia reale è aumentato del 4% nel trimestre novembre 2014 – gennaio 2015 rispetto al trimestre precedente (novembre 2013 – gennaio 2014). ).  I mutui per l’acquisto di immobili sono cresciuti su base annua del 35%, le operazioni di credito al consumo dell’8,1%. Il perdurare degli effetti della crisi ha aumentato l’indice di rischiosità dei prestiti, con una crescita delle sofferenze rispetto agli impegni a gennaio 2015 a oltre 185 miliardi di euro. Sono queste in sintesi le evidenze più significative del rapporto mensile sull’andamento del credito a gennaio 2015 dell’Associazione bancaria italiana (Abi). Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, comunica l’Abi ad oggi i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.821 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.405 miliardi di euro. A febbraio 2015, i tassi di interesse sui prestiti si sono posizionati in Italia su livelli ancora bassi: il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,57%, minimo storico (3,63% il mese precedente; 6,18% a fine 2007).

Segnali positivi emergono per le nuove erogazioni di prestiti bancari: i finanziamenti alle imprese hanno segnato in termini di valore cumulato del trimestre novembre 2014 – gennaio 2015 un incremento sul corrispondente periodo dell’anno precedente (novembre 2013-gennaio 2014) di circa il 4%. Quanto alle erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili si è registrato un incremento annuo di oltre il 35%, mentre, nello stesso periodo, il flusso delle nuove operazioni di credito al consumo ha segnato un incremento su base annua dell’8,1%. A febbraio 2015 il totale dei finanziamenti a famiglie e imprese ha presentato una variazione annua di -1,4%, -1,5% il mese precedente e migliore rispetto al -4,5% di novembre 2013, quando aveva raggiunto il picco negativo. Per i prestiti bancari a famiglie e imprese è il miglior risultato da luglio 2012.

A febbraio 2015, i tassi di interesse sui prestiti si sono posizionati in Italia su livelli ancora bassi. Il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,57%, minimo storico (3,63% il mese precedente; 6,18% a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al 2,78% (2,82% il mese precedente e segnando il valore più basso da ottobre 2010; 5,72% a fine 2007).

Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è collocato al 2,54% (il valore più basso da ottobre 2010) dal 2,45% di gennaio 2015 (5,48% a fine 2007). A seguito del perdurare della crisi e dei suoi effetti, la rischiosità dei prestiti in Italia è ulteriormente cresciuta, le sofferenze lorde a gennaio 2015 sono ammontati a 185, 5 miliardi dai 183,7 miliardi di dicembre 2014. Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è del 9,7% a gennaio 2015 (8,4% un anno prima; 2,8% a fine 2007), valore che raggiunge il 16,3% per i piccoli operatori economici (14,2% a gennaio 2014; 7,1% a fine 2007), il 16,3% per le imprese (13,4% un anno prima; 3,6% a fine 2007) ed il 7% per le famiglie consumatrici (6,5% a gennaio 2014; 2,9% a fine 2007). Le sofferenze nette registrano a gennaio 2015 una diminuzione, passando da 84,5 miliardi di dicembre a 81,3 miliardi di gennaio. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è al 4,50% a gennaio 2015 dal 4,64% di dicembre 2014 (4,31% a gennaio 2014; 0,86%, prima dell’inizio della crisi).

L’elevato livello delle sofferenze è anche determinato dalla lunghezza delle procedure di recupero dei crediti. I più recenti dati del Ministero della Giustizia segnalano che nel 2012 la durata media dei procedimenti di fallimento era pari mediamente a 7 anni, con punte di 20 anni a Messina.

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