I mercanti d’arte vengono da Oriente e portano in Europa e Usa amore e soldi. Intervista con Mariolina Bassetti, direttore Post War e Contemporary Art di Christie’s

Mariolina Bassetti inizia la carriera da Christie’s nel 1987 e nel 1995 diventa Direttore del Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea in Italia. Dal 2000 è responsabile dell’Italian Sale, la prestigiosa asta annuale dedicata all’arte italiana del XX secolo che Christie’s offre al pubblico internazionale nella sede storica di King Street a Londra.  Nel 2012 è stata nominata Chairman di Christie’s Italia. In questo ruolo, che affianca a quello di International Director nel dipartimento di Post-War & Contemporary Art,

Mariolina Bassetti inizia la carriera da Christie’s nel 1987 e nel 1995 diventa Direttore del Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea in Italia. Dal 2000 è responsabile dell’Italian Sale, la prestigiosa asta annuale dedicata all’arte italiana del XX secolo che Christie’s offre al pubblico internazionale nella sede storica di King Street a Londra.
Nel 2012 è stata nominata Chairman di Christie’s Italia. In questo ruolo, che affianca a quello di International Director nel dipartimento di Post-War & Contemporary Art,

Proviamo a tracciare un consuntivo. Che anno è stato il 2014 per il mercato dell’arte?

“E’ un mercato saldo e in ascesa. Il risultato globale lo dimostra. Abbiamo realizzato 8,4 miliardi di dollari in tutti i settori con una crescita globale del 12%. L’arte viene vista come bene – rifugio, è un mercato alternativo a quelli finanziari tradizionali”.

Il bilancio di Christie’s è stato molto lusinghiero. Quali le principali evidenze in riferimento al Post War e Contemporary Art  che la riguarda da vicino?

“Ci sono mercati particolarmente vincenti. Sicuramente il primo è stato quello del Post War e Contemporary Art, tutta l’arte contemporanea dopo gli anni Cinquanta dove abbiamo raggiunto i risultati migliori: 1,7 miliardi di sterline (2,8 miliardi di dollari) con un incremento del 33% sul  2013.  Ciò conferma che è un mercato saldo, diverso da quello degli ultimi anni che si specializza sempre più in capolavori, per cui le dieci opere più importanti dei singoli artisti più apprezzati dal mercato raggiungono prezzi al di sopra della media di ogni singolo artista”.

Perché avviene questo?

“La spiegazione è scientifica, più che storica: sono entrati nel mercato magnati e imprenditori orientali, come i cinesi, che cercano la qualità assoluta, l’oggetto più bello della produzione di questi artisti, non più sul mercato orientale, bensì nelle aste di New York”.

Non c’è una bolla?

“Non credo che ci sia un mercato speculativo per i capolavori storici. Non vedo alcuna possibilità. La speculazione può avvenire sull’emergente, sull’artista molto giovane che arriva per la prima volta in un’asta e può raggiungere cifre molto alte. Lì il gioco è pericoloso perché una sopravvalutazione è possibile sulle ali dell’entusiasmo, passato quel periodo diciamo di infatuazione, il prezzo può subire un drastico storno. Ma per l’artista che ha fatto la storia non credo proprio che si possa parlare di bolla speculativa”.

Quali sono oggi i trend più interessanti nelle piazze più prestigiose del mercato dell’arte.

“Il trend è globale. In Europa c’è stato un incremento delle aste del 21%, in America dell’11%. Se parliamo di valori assoluti, l’America è in un range molto più alto. A livello relativo la crescita più elevata è avvenuta in Europa. Le aste di Londra hanno raggiunto nel 2014 record assoluti. Ad ottobre come Christie’s abbiamo raddoppiato il fatturato rispetto all’anno precedente. In Asia c’è un decremento delle aste orientali di Hong Kong, mentre gli orientali nelle piazze internazionali hanno speso più del 18%”.

E il mercato dell’arte in Italia?

“All’estero il mercato è trasversale: quello dei gioielli è cresciuto di più, anche l’Impressionismo, il decorativo, i mobili, mentre in Italia si è ristretto all’arte contemporanea”.

E il mercato dell’arte italiana all’estero?

“Dobbiamo distinguere tra il mercato dell’arte italiana e il mercato dei compratori italiani. Il primo è esploso, tutti vogliono l’arte italiana, mentre il secondo si è affievolito, perché i prezzi sono molto più alti rispetto agli anni precedenti”.

Quali prospettive per il 2015?

“Mi aspetto una continua crescita del mercato degli artisti italiani. Credo che gli italiani da Burri a quelli storici e storicizzati dal mercato continuerà a crescere. Il grande salto c’è già stato”.

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