Il risveglio dell’economia europea carica le Borse continentali. Intervista con l’analista Maurizio Mazziero

Analista finanziario e socio ordinario della Società Italiana di Analisi Tecnica, Maurizio Mazziero è fondatore di Mazziero Research, che pubblica trimestralmente un Osservatorio sui dati economici italiani.

Analista finanziario e socio ordinario della Società Italiana di Analisi Tecnica, Maurizio Mazziero è fondatore di Mazziero Research, che pubblica trimestralmente un Osservatorio sui dati economici italiani.

Il 2013 è stato un anno positivo per i mercati finanziari e per quei risparmiatori che, puntando sul graduale miglioramento delle economie mondiali, hanno ottenuto rendimenti generosi. Quali sono adesso le aspettative  alla luce dell’attuale scenario economico?

“In generale le prospettive economiche sono ulteriormente migliorate globalmente. C’è stata una continuazione dei mercati azionari sviluppati. Ci sono timori su quelli emergenti a causa del rallentamento dell’economia cinese per alcuni eccessi sul mercato del credito. Va osservato, tuttavia, che il mercato americano e in Europa l’indice tedesco, il Dax, hanno corso notevolmente. Quindi potrebbe essere arrivato il momento di qualche modesto ripiegamento anzitutto per il mercato americano e, in subordine, per quello europeo. Il nostro Ftse Mib, al contrario, sta godendo di ottima salute, è molto solido, ha una forza notevole e questo è dovuto a due fattori: quel grande rialzo negli altri mercati l’Italia non l’ha avuto. Le quotazioni sono a sconto. Notevoli sono i flussi di acquisto dall’estero. Un altro fattore è che lo spread BTP – Bund è sotto controllo e questo determina una condizione di favore per quanto riguarda i bilanci delle banche”.

Il Presidente della BCE, Mario Draghi al Consiglio direttivo di giovedì scorso ha confermato che la Banca centrale è pronta ad adottare, se necessario, misure non convenzionali per contrastare la minaccia dell’eccessivo apprezzamento dell’euro e contro la possibilità di un crollo generalizzato dei prezzi. Interventi di quantitative easing attraverso l’acquisto di Bond sovrani potrebbero influenzare i corsi azionari? Con quali rischi?

“Finora la BCE ha parlato molto ma ha fatto poco su questo versante. Qualora si avviasse un processo di quantitative easing bisogna vedere in che modo viene fatto, se si segue il modello della Federal Reserve, oppure quello del Giappone. In ogni caso è un fatto che questo genere di interventi darebbe ulteriore benzina ai mercati europei anzitutto e, a caduta, si ripercuoterebbe sui mercati azionari globali, esattamente com’è avvenuto in questi anni di interventi di stimolo effettuati dalla Fed”.

A proposito di potenziale dei mercati azionari, il maggiore si troverebbe in Europa dove i prezzi non avrebbero ancora scontato il graduale recupero di più ampi margini di crescita e l’opera di risanamento avviata dalle imprese.La mia foto 2

“Il mercato più promettente è quello di casa nostra. Per l’investitore comune la cosa più facile è andare a vedere  le aziende locali. Anche perché in ambito europeo, la situazione è a macchia di leopardo. Occorre, però, sempre un approccio consapevole: se l’investitore non conosce bene le singole società, è meglio restare tra le quotate dell’indice principale”.

Quali sono i comparti dell’azionario europeo e, in particolare, della Borsa italiana, che potrebbero avere performance interessanti nelle prossime settimane?

“Siamo in una situazione di alta marea, per cui tutte le barche sono sollevate. Eviterei le banche perché potrebbero soffrire se ci fosse un rialzo dello spread, oppure un rialzo dei rendimenti obbligazionari in genere. Andrei su aziende cicliche, che producono materiali, o su imprese dell’information technology. Il comparto dell’ICT resta, anche in America, un comparto che resisterebbe meglio di altri ad un eventuale calo degli indici azionari”.

Considerato che la diversificazione tra gli asset per diluire il rischio è una buona prassi come andrebbe composto il portafoglio di un investitore medium profile?

“Ci sono cinque mattoncini per gli investimenti finanziari: il primo è la liquidità, parte essenziale perché è il nostro serbatoio cui attingere quando ci sono storni di mercato; obbligazionario di imprese; azionario, materie prime e immobiliare. La ripartizione andrebbe fatta così: 20% in liquidità, 30% in bond, 30% in azioni, 10% in materie prime e 10% in immobili, ovvero real estate investment trust”.

 

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