Alessandro Arseni parla del suo libro dedicato alla Storia della navigazione postale italiana

ArseniL’opera consentirà di determinare la rarità o meno di un oggetto postale.  Dopo il pioniere Umberto Del Bianco nessun altro aveva approfondito la storia della navigazione a vapore pur vantando l’Italia grandi tradizioni. Rispetto ai predecessori sono stato favorito dall’informatica e dai servizi bibliotecari. Enorme l’impegno richiesto e le spese sostenute.  Chi investe in filatelia per avere un ritorno anche piccolo oltre alla passione deve studiare. Una bella collezione si fa con il tempo e non richiede per forza grandi spese. La filatelia è cultura e la cultura non ha prezzo.

Perché quest’opera?

La copertina del libro di Alessandro Arseni (sopra) Storia della navigazione e dei Servizi postali sul Mediterraneo dal 1818 al 1839.

La copertina del libro di Alessandro Arseni (sopra) Storia della navigazione e dei Servizi postali sul Mediterraneo dal 1818 al 1839.

Il lavoro è nato per risolvere in via definitiva le domande che una lettera viaggiata per via di mare pone al suo possessore: “Con quale mezzo è viaggiata? A quale nazionalità appartiene il bastimento e di quale Compagnia di Navigazione? Quali Linee di Navigazione erano in servizio nell’Italia preunitaria? Come si “legge” una lettera viaggiata con un vapore e quali sono le forme di affrancatura, tassazione e inoltro con i bastimenti postali? L’opera completa cercherà di risolvere tutte le domande che si pone un collezionista esperto e sarà di grande aiuto anche ad un neofita, permettendo di evitare gli errori che sovente si compiono quando si inizia una collezione di Storia Postale.

VaporeCe n’era bisogno?

Altri Paesi hanno già pubblicato studi e ricerche sulla corrispondenza viaggiata per via di mare, nulla di simile, però, era stato svolto per il nostro Paese che pur vanta una grande tradizione storica sulla navigazione a vapore. La prima nave mossa da un motore che ha solcato le acque del Mediterraneo, nel 1818, era napoletana ed anche la prima nave in servizio postale apparteneva al Regno delle Due Sicilie. In Italia, il primo Autore a dedicare uno studio sui timbri apposti sulla corrispondenza nei porti italiani fu Umberto Del Bianco, pioniere in questa specializzazione, ma nessuno ha mai approfondito lo studio sui mezzi di trasporto, sulle compagnie marittime e sul trattamento postale della corrispondenza che ogni bastimento portava a bordo. L’uso di determinati timbri o bolli postali, infatti, era in funzione del trasporto e della linea. Quest’opera, in breve, non solo riesce a collegare e quindi a chiarire gli usi dei timbri in riferimento al mezzo di trasporto e alla nazionalità della nave, ma rappresenta un’importante base di riferimento per tutti gli storici perché risolve molte delle domande che altri importanti Autori italiani del calibro di Lamberto Radogna, Francesco Ogliari, Roberto De Rossi e del francese Raymond Salles non hanno potuto approfondire, probabilmente perché quando hanno pubblicato i loro saggi sulla storia della navigazione a vapore non hanno potuto utilizzare i mezzi informatici o i servizi bibliotecari di cui, per fortuna, ho potuto usufruire io.

Chi fa lo storico per consolidata vocazione conosce molto bene quanto impegno serva per fare ricerca. Che genere di impegno ha richiesto la realizzazione di questo “affresco” di storia della navigazione nei porti del Mediterraneo nella prima metà dell’Ottocento, nonché su bolli, tariffe e tassazioni? R.Ferdinando.Biglietto 1834

L’impegno è stato enorme. Ho dovuto cercare nelle Biblioteche Nazionali i quotidiani che riportavano le date di partenza e arrivo delle navi dai porti di Napoli, Genova, Livorno, Cagliari e Palermo e non tutte le Biblioteche possedevano collezioni complete del giornale della propria città. Per questi motivi ho fatto riprodurre intere annate dei giornali da altre Biblioteche che magari avevano quella che mancava nella raccolta principale di un’altra. Le informazioni che cercavo dovevano essere complete e precise e i dati ottenuti li incrociavo con quelli ottenuti da altre fonti. Dal punto di vista economico ho sostenuto enormi sforzi che sicuramente non saranno ripagati dalle vendite dei libri, ma credo di non sbagliare se lo considero un lavoro fondamentale che apre una nuova visione nella storia postale italiana e comunque particolarmente unico nel panorama della bibliografia storica. Per quanto riguarda i dati sui bolli, tariffe e tassazioni, oltre alla mia quarantennale esperienza nel settore, ho potuto risolvere parecchie questioni avvalendomi di esperti collaboratori o di altri Autori che hanno già pubblicato argomenti specifici. A tutti va il mio ringraziamento e la mia riconoscenza.

La flotta Rubattino

La flotta Rubattino

Il collezionista o lo studioso di lettere viaggiate “Via di mare” cosa può trovare in questo volume?

Esistono migliaia di lettere che recano, sulla soprascritta, l’indicazione “Via di Mare”, “Per Vapore” o, ancora, “Per Piroscafo Postale”. Indicazioni generiche in uso nell’Ottocento che indicavano la scelta della via marittima per l’inoltro della propria corrispondenza. Ogni lettera ha nell’interno la data di quando è stata scritta, la data di arrivo riportata dal destinatario, oppure le indicazioni di partenza, transito e arrivo che si leggono dai timbri postali. Con questo volume, e con gli altri che seguiranno, lo studioso può risalire al nome del mezzo di trasporto utilizzato e da questo alla Compagnia e allo Stato da cui la lettera è partita. Può sembrare assurdo tanto lavoro per chi non conosce la storia postale, ma queste informazioni determinano, in concreto, la rarità o meno di un oggetto postale che può aumentare o diminuire il valore in base alle informazioni ottenute. Una semplice lettera partita da un porto e diretta ad un altro tra l’aprile e il giugno 1841 potrebbe, per esempio, essere viaggiata a bordo del Polluce, la nave del Rubattino affondata al largo dell’isola d’Elba e della quale le cronache ne hanno parlato per il tesoro trovato a bordo. Si conosce una sola lettera, sino ad oggi nota, viaggiata con questa nave e, di conseguenza, per un collezionista, questo documento vale parecchie migliaia di euro perché è l’unica testimonianza postale dei pochi viaggi effettuati dal Polluce. Grazie ai dati dei viaggi pubblicati sui volumi, sarà possibile identificare un viaggio particolare o raro e accrescere sia l’interesse storico postale quanto quello economico. Un altro vantaggio dato da questo libro è che finalmente si risolvono le questioni del trasporto da parte di un’amministrazione o un’altra quando sulla lettera compaiono due tipi diversi di timbri amministrativi. Conoscendo la data di partenza si può capire quale vapore è stato incaricato del trasporto.

Francesco 27 7 38Il collezionista filatelico, come quello di lettere e documenti antichi, nutre amore per la storia della comunicazione e in definitiva per la storia dell’uomo.  Ma c’è chi fa collezionismo non solo per cultura, ma credendo (o sperando) di realizzare un investimento alternativo. E’ un’illusione? O un’aspettativa che può concretizzarsi?

Io non penso che un investimento alternativo senza un minimo di conoscenza della materia può portare risultati vantaggiosi se non si applica lo studio e questo penso che valga per tutte le operazioni che richiedono investimenti di capitale su beni di cui conosciamo poco. Persino chi investe in azioni ha necessità di sapere chi sono i manager delle aziende, quali i fatturati, i ricavi, ecc. Senza lo studio, che è divertimento, passione, ricerca e una piccola dose di sacrificio, è difficile ottenere un ritorno economico superiore a quanto è stato investito. L’unica forma di ritorno possibile è quando si decide di costruire una collezione. Il collezionista sceglie l’argomento di suo interesse, lo sviluppa prima con pezzi di poco conto per avere una base su cui lavorare, quindi lo accresce con documenti (o francobolli) importanti che danno prestigio e valore alla collezione, poi si riordina in modo organico e logico, scartando il materiale in eccesso o migliorando la qualità. Posso affermare di aver collaborato alla creazione e costruzione di parecchie collezioni che, quando vendute, anche nel giro di pochi anni, hanno dato risultati straordinari anche dal punto di vista economico. Si tratta di stabilire la cifra da investire, il settore su cui applicarsi con lo studio della materia e possedere una certa dose di fortuna quando si acquista. Più lo studio è severo, più si ottiene. Altrimenti come si spiega l’attività positiva del commercio di determinati prodotti? Nel settore storico postale o filatelico il collezionista, oggi, ha le stesse possibilità di un operatore commerciale perché può scegliere un settore particolare e svilupparlo nel tempo, mentre il commerciante ha davanti a sé troppe occasioni e a volte gli manca la sensibilità o la giusta attenzione per dedicarsi a tutto. L’avvento, poi, delle aste online, ha favorito una enorme offerta di materiale e una conseguente riduzione dei prezzi.

Ge Na 8 2Cosa offre oggi il mercato per chi vuol cominciare, o completare, o arricchire una collezione di valori postali, o di documenti postali? Può dare qualche consiglio?

Oggi il mercato, a causa della crisi, soffre di liquidità nel nostro settore e, a causa di un ricambio generazionale, tante belle collezioni sono state vendute in questi anni. Si tratta di puntare sulla qualità e sulla particolarità del materiale offerto, non avere fretta e non lasciarsi prendere dalla voglia di aggiudicarsi un lotto a tutti i costi. Non è detto che una bella collezione debba per forza essere formata da pezzi costosi, ma scelti con intelligenza e studio. Per fare un esempio, che ci riporta al nostro libro sulla Navigazione a Vapore, scegliere di iniziare a collezionare le Vie di Mare può rappresentare una cosa nuova, istruttiva e abbastanza semplice. Il materiale si trova, i prezzi sono ragionevoli e lo studio delle comunicazioni postali marittime, ma non solo queste perché mi riferisco a tutta la storia postale in genere, arricchisce la cultura generale di una persona e la rende migliore. Questo è l’utile che non ha prezzo.

 

 

 

 

 

 

 

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