Nel contenzioso banche-clienti scende in campo Bankitalia

Il Palazzo Koch a Roma sede della Banca d'Italia.

Il Palazzo Koch a Roma sede della Banca d’Italia.

Nei contenziosi tra clienti e banche, tutt’altro che infrequenti, ma che la crisi economica e finanziaria, ha considerevolmente acuito, l’Arbitro Bancario Finanziario della Banca d’Italia sta prendendo sempre più piede. Le sue decisioni riescono a dirimere la controversia, evitando che le parti si rivolgano al giudice civile dilatandone i tempi, accrescendo considerevolmente gli oneri e appesantendo il carico dei magistrati. Tre anni dopo l’avviamento, i dati lo confermano.  Tra il 2011 e il 2012 i ricorsi presentati sono aumentati del 58%. Ogni mese, in media, quasi 500 clienti hanno sottoposto una nuova controversia all’Arbitro relativa alla relazione con una banca o un intermediario finanziario.

Nel 2012 l’ABF ha assunto oltre 4mila decisioni su 5.653 ricorsi. Se allarghiamo l’orizzonte temporale le cifre appaiono decisamente più significative: dall’avvio dell’organismo nell’ottobre 2009 alla fine del 2012 sono stati presentati 12.624 ricorsi e sono state adottate dai tre Collegi territoriali (Nord, Centro e Sud) 8.857 decisioni.

La casistica è la più disparata: si va da una semplice contestazione sulla correttezza dell’operato, ad un contrasto sorto sull’applicazione delle regole, fino ad una questione sui confini dei reciproci diritti e obblighi.

L’età media dei ricorrenti è di 48 anni. La fascia d’età che presenta il più alto numero di ricorsi è quella compresa tra 31 e 40 anni.

L’insieme dei ricorsi relativi a carte di credito, bancomat e altre carte di pagamento e rapporti di conto corrente rappresenta più del 50% del totale dei ricorsi presentati. Rispetto al 2011 è aumentata la percentuale di ricorsi in materia di carte di pagamento e di finanziamenti verso cessione del quinto dello stipendio o della pensione; risulta, invece, dimezzata l’incidenza dei ricorsi in materia di sistemi privati di informazione creditizia e di credito ai consumatori.

I ricorsi provenienti da consumatori riguardano soprattutto carte di credito, bancomat e altre carte di pagamento (+ 143,9% la variazione tra 2011 e 2012) e cessione del quinto (+ 262%) i ricorsi dei non consumatori riguardano conto correnti, aperture di credito e mutui.

Anche nel 2012 i ricorsi nei confronti delle banche costituiscono la quota prevalente (41%) di quelli presentati, pur essendone diminuita l’incidenza sul totale rispetto al 2011 (55%); una riduzione si registra anche nella percentuale di ricorsi nei confronti di società finanziarie ex art. 107 TUB (dal 16% del 2011 al 13% del 2012).

Queste variazioni vanno peraltro correlate all’incremento – dal 13% del 2011 al 28% del 2012 – della quota di ricorsi nei confronti di Poste Italiane.

Dei 4.303 ricorsi giunti a decisione, il 65% (62% nel 2011) ha avuto, in tutto o in parte, un esito favorevole per il cliente (45% contro il 40% nel 2011) o si è concluso con esito soddisfacente per effetto dell’intervenuta cessazione della materia del contendere. Nel 35% dei casi, infine, i collegi hanno respinto i ricorsi.

Con riferimento ai 1.938 ricorsi accolti nell’anno, si sono registrati 22 casi di decisioni non osservate, riconducibili a due società finanziarie ex art. 106 TUB (di cui una non più iscritta nell’elenco generale), tre società finanziarie ex art. 107 TUB e tre confidi (di cui due non più iscritti nella sezione dedicata dell’elenco generale).

Nel 2012, inoltre, è stato accertato un caso di mancata cooperazione alla procedura di ricorso da parte di un intermediario.

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