Da francobolli e monete la vera cedola è culturale. Articolo di Pierantonio Braggio

Giornalista specializzato in economia e finanza Braggio è collezionista filatelico e numismatico ed iscritto all'Unione Stampa Filatelica italiana.

Giornalista specializzato in economia e finanza Braggio è collezionista filatelico e numismatico ed iscritto all’Unione Stampa Filatelica italiana.

Il felice contatto con questi oggetti porta in dote il sapere. Speculazioni commerciali ed elevate tirature hanno creato un’inflazione sul mercato e un’aspettativa talora eccessiva tra i collezionisti di ricadute economiche future. Il ritorno ludico e culturale di chi colleziona è la vera rendita, quella lucrativa invece è solo ipotetica.

 

Non scopriamo nulla di nuovo e di straordinario, se diciamo amaramente che l’interesse per francobolli e monete, in questi ultimi lustri, ha perduto molto della sua intensità, sia a causa della proliferazione delle emissioni e del relativo costo, sia a causa della speculazione e delle troppo alte tirature, tanto del presente, che del passato. Un’ulteriore causa, non ultima, è il cambiamento radicale del modo di trascorrere il tempo libero, imposto dalla tecnica, che, pur innegabilmente necessaria, sta travolgendo le menti e, di conseguenza, usi e costumi. Un tempo, avendone l’inclinazione, era caratteristica di molti, passare intere serate osservando ed esaminando con tanto di lente di ingrandimento ogni particolare, catalogando, mettendo in ordine francobolli, monete e cartoline per nazione, per anno d’emissione e per tipo ed assegnando accuratamente ad ogni pezzo un particolare posto nell’album, corredando il tutto, ove possibile, di descrizioni in bella calligrafia; oggi, il tempo libero si trascorre diversamente. L’esperienza insegna che il felice contatto con questi oggetti conduce a conoscenze, anche veramente approfondite, di storia, geografia, natura, invenzioni, attività umane in generale, lingue, valute ecc., che sono motivo per un’ulteriore ricerca, con conseguente accumulo di nuovo sapere.

Una volta, francobolli e monete erano comunque cose rare, nel senso che non venivano prodotti, come oggi avviene spesso, per fare cassa, ma esclusivamente per approvvigionare, con gli uni, gli uffici postali dei necessari valori bollati e, con le altre, la circolazione monetaria, per cui le quantità predisposte erano dosate in base a concetti di stretta esigenza e, quindi, abbastanza contenute e tali che, grazie al normale uso, gli uni e le altre si rarefacevano e acquisivano, anche attraverso l’effettivo uso, come abbiamo accennato in precedenza, un certo valore, che era quanto si aspettava, oltre al piacere del porre in collezione, l’appassionato. Il quale, appena poteva, raggiungeva lo sportello postale filatelico o contattava la Zecca, chiedendo le più nuove emissioni. Da decenni ed oggi, c’è la corsa alla proliferazione delle emissioni (ogni data è valido motivo per una o più produzioni commemorative), troppe per Stato, per anno e per tirature, proliferazione che non giova per nulla alla rarefazione naturale del prodotto, ci ripetiamo ­– e quindi alla creazione di un suo migliore valore commerciale­ – ed alla quale si aggiunge anche l’alto valore facciale delle emissioni stesse, non sempre a portata di tutte le tasche. Si unisca al tutto la pur spontanea, talvolta raccomandata, ma negativa, tendenza a seguire le emissioni di moda, le quali lasciano il tempo che trovano, perché, alla fine dei conti, oltre ad essere il risultato di emozioni del momento di larghi strati del mondo collezionistico, hanno prezzi ben superiori, e, quindi, mai remunerativi anche nel lungo periodo, al loro valore commerciale reale. Le emissioni di moda e, per fare un esempio, citiamo nel settore delle monete quelle in euro, non avranno mai un certo potenziale di rivalutazione veramente valido, come, sempre per esempio, quello di pezzi usciti settanta, cento anni orsono…, pezzi peraltro dimenticati, strettamente rivolta essendo oggi l’attenzione all’esclusivamente nuovo…. ed al più nuovo possibile…, al non usato ed al non circolato. Grande errore, ma tale tendenza appare irreversibile. Sarebbe interessante sapere quanti francobolli d’una determinata emissione vengono usati per posta…

Collage di francobolli del Sovrano Militare Ordine di Malta, della Repubblica di San Marino, della Città del Vaticano  e della Repubblica italiana.

Collage di francobolli del Sovrano Militare Ordine di Malta, della Repubblica di San Marino, della Città del Vaticano e della Repubblica italiana.

     Il tutto ha portato e porta alla disaffezione nei riguardi di filatelia e numismatica, un tempo, eccellenti motivi per un passatempo colto e sereno – e, contemporaneamente di alta, sana e preziosa socializzazione, perché attorno alla collezione si coagulavano gruppi spontanei di persone di ceti diversi, anche molto elevati, ma senza distinzioni di grado sociale – che attirava e soddisfaceva profondamente: dinanzi alla passione collezionistica tutti si era allo stesso livello, desiderosi certamente di possedere un francobollo o una moneta, ma anche di conoscerne l’origine e la storia.

Anche filatelia e numismatica a basso costo, tuttavia – sottolineiamo “a basso costo”, perché “filatelia” e “numismatica” non devono far pensare assolutamente e comunque solo a rarità dalla quotazione pesante ­– sebbene esageratamente inflazionate, sono in grado di creare soddisfazione e momenti di compiacimento. Esse continuano a contribuire, infatti, attraverso attenta osservazione delle vignette da parte dell’interessato, a conoscere fatti ed aspetti non noti, dei quali, se non proposti da un francobollo, da una moneta o da una cartolina, mai ce ne saremmo occupati.

 

 

 

 

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One Response to Da francobolli e monete la vera cedola è culturale. Articolo di Pierantonio Braggio

  1. antonio megna scrive:

    condivido totalmente con il contenuto del suo articolo e con le conclusioni cui arriva. a tal riguardo sto cercando di risvegliare l’interesse per la filatelia e monete curando aspetti di nicchia quali la marineria, spero di ottenere risultati.

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